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Politica

Immigrazione (Sel fvg):« No assoluto a nuovi confini, parole d'ordine accoglienza e rispetto»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TriestePrima

Il riemergere dei nuovi confini da parte austriaca non solo è preoccupante, è addirittura inacettabile. Soprattutto per la nostra Regione che ha già vissuto la pressione della cortina di ferro e le lacerazioni determinate degli steccati tra i popoli.
Non è possibile affrontare il tema dei flussi migratori con decisioni unilaterali, innalzando muri e dogane ad esclusivo interesse nazionale. Tutto ciò rappresenta solo un rischio per l'Europa.

Possiamo restare in silenzio quindi? Possiamo restare fermi a guardare tutto questo? No di certo!
Se crediamo ancora nell'Europa e nella sua idea di libertà e di accoglienza è doveroso intervenire: le istituzioni, la politica, i cittattidini tutti devono prendere la parola e ribadire che non intendiamo tornare indietro nel '900.

I paesi aderenti all'Europa devono affrontare insieme le sfide dell'attualità e risolvere i fenomeni complessi come quello delle migrazioni. Dobbiamo costruire da subito una politica comune fatta di accoglienza, corridoi umanitari ed una nuova politica internazionale che risolva a monte i problemi come le guerre e le diseguaglianze economiche. Non farlo oggi significherebbe davvero assistere in silenzio alla fine della comunità europea.

E se i governi sono incapaci di compiere delle scelte per eccessivo calcolo nazionale è dal basso, dai territori, a partire dal FVG, che deve venire la spinta per riaffermare l'idea stessa di un'Europa unita e solidale. 

Marco Duriavig

Coordinatore regionale Sel Fvg

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