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Immigrazione, Zilli (Ln): «Con Minniti aumentano gli arrivi invece che diminuire»

«L'annunciata stretta del governo è in realtà una beffa. Le Prefetture dovrebbero imporre già nei bandi il controllo per 24 ore, per evitare casi di spaccio»

«Quello che è emerso in VI commissione è che, di fatto, l'annunciata stretta del nuovo Governo in materia di immigrazione in realtà si traduce in una beffa». Questa la posizione di Barbara Zilli, consigliera regionale della Lega Nord, a margine dei lavori della VI commissione dove l'assessore Torrenti ha esposto il piano sull'immigrazione del ministero dell'Interno.

«Aumenta sistematicamente - dice Zilli analizzando quanto presentato da Torrenti - il numero di presenze di richiedenti asilo nella nostra Regione per volontà del ministro, senza considerare nella redistribuzione i quotidiani e incessanti arrivi da Tarvisio che interessano il nostro territorio. Tradotto, significa che saremo sempre e comunque sopra la quota assegnata. Senza contare la volontà di continuare a investire sull'accoglienza diffusa - dice - metodo fallimentare che continua soltanto ad alimentare un business senza alcuna ricaduta economica per i nostri cittadini ma che, al contrario, alimenta le discriminazioni».

E per quanto riguarda i rimpatri, Zilli rincara la dose: «Prevedere un centro permanente di rimpatrio in ogni regione per 1.600 posti totali non è che una goccia nel mare, in un sistema ormai al collasso e saturo». Ma Zilli si concentra anche sulla questione delle Commissioni territoriali e rilancia la proposta leghista: «Le Commissioni territoriali andrebbero eliminate del tutto e sostituite con un ricorso diretto all'organo giudiziario quale è il Giudice di Pace. Questo permetterebbe una effettiva e sensibile riduzione dei tempi di attesa. La nota del ministero che prevede la distribuzione dei richiedenti asilo in tutti i Comuni della provincia di Udine - dice infine - non tiene conto affatto della presenza di minori non accompagnati in certi centri come ad esempio Cercivento, presenze che sono un ingente costo per le amministrazioni locali (da 80 a 100 euro per l'accoglienza di ognuno di questi) e che lo Stato è lento a rimborsare».

«Il vero snodo - chiosa - è dato dai controlli di queste persone: le Prefetture dovrebbero imporre già nei bandi il controllo diurno e notturno, per tutte le 24 ore, come requisito fondamentale. In questo modo - dice - si creerebbe un deterrente anche per evitare che si presentino casi di spaccio come quelli spiacevoli accaduti a Tolmezzo».

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