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Interculturalità, Paglia (Pd): «Giunta comunale di Trieste elimina dalle mense i menù stranieri»

Maria Luisa Paglia (Pd): «Erigono muri verso le comunità con le quali confiniamo e delle quali condividiamo vari cibi, entrati ormai nella tradizione triestina»

La componente della segreteria provinciale del Partito democratico, Maria Luisa Paglia sui menù interculturali delle mense scolastiche: «Anni di corsi e laboratori di Intercultura ci insegnano che la nostra non è la sola cultura esistente e che ogni insegnante, per esempio, deve affrontare a scuola ogni materia anche da un punto di vista interculturale. La storia dei numeri in riferimento agli arabi, la scoperta dell’America dal punto di vista di chi è stato usurpato della propria terra e diversi altri esempi».

«Dal momento in cui gli uomini hanno iniziato a viaggiare, a scambiarsi merci da un punto all’altro del pianeta e poi a comunicare via web e acquistare beni tramite negozi virtuali, sono caduti muri e confini e necessita sempre più comunicare in una lingua condivisa, anche se il traduttore di google aiuta in veloci saluti in chat, necessita conoscersi e capire l’altro e la sua cultura, la sua storia, le sue tradizioni artistiche, storiche e anche culinarie».

«Dalle nostre parti, ormai la strumentalizzazione ignorante confonde l’Intercultura con il fenomeno migratorio e là dove,  nei viaggi sul web o in presenza,non si possono erigere muri lo si fa in modo subdolo e sotterraneo. La  giunta comunale di Trieste ha eliminato dalle mense di tutte le scuole pubbliche i menù stranieri, così i nostri alunni non potranno più godere del menu austriaco, con le salsicce “Vienna” e la Sacher Torte e neanche di quello balcanico con i “cevapcici”».

«Stanno erigendo muri anche verso quelle comunità con le quali confiniamo e delle quali condividiamo vari cibi, entrati ormai nella tradizione triestina. Ciascuna ricetta non rimane mai immutabile, ma nel tempo si integra e si modifica, subisce un meticciamento. Il momento del pranzo nella scuola è a tutti gli effetti un momento didattico che favorisce il dialogo e la conoscenza finalizzato all’eliminazione di pregiudizi. Questa appena iniziata, un’altra “progettualità” incomprensibile alla sottoscritta, che insegna la diversità come forma di ricchezza, in tutte le sue forme, ludiche, letterarie o culinarie, per conoscere chi siamo, da dove veniamo e verso quale umanità stiamo educando le nuove generazioni».

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