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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Lavoro, Serracchiani (Pd): «Rivedere norme part time a ciclo verticale»

Interrogazione al ministro del Lavoro da parte delle on.li del Pd Debora Serracchiani (prima firmataria), Carla Cantone, Alessia Rotta, Chiara Gribaudo e Chiara Braga

«È assolutamente indispensabile che il governo riveda al più presto l’attuale normativa che regolamenta gli aspetti previdenziali nei contratti a tempo indeterminato part time a ciclo verticale, in particolare nei casi di inattività del lavoratore per cause indipendenti dalla sua volontà».  È quanto chiedono, con una interrogazione urgente al ministro del Lavoro, le deputate del Pd Debora Serracchiani (prima firmataria), Carla Cantone, Alessia Rotta, Chiara  Gribaudo e Chiara Braga. «Le recenti sentenze – si legge nell’interrogazione -  che hanno visto perdente la rigida posizione assunta dall’Inps con una interpretazione restrittiva della norma, impone una più precisa tutela del lavoratore in queste situazioni contrattuali. Tant’è – aggiungono le parlamentari Pd -  che i lavoratori si sono visti riconoscere dai tribunali l’anzianità contributiva anche per i mesi di pausa forzata utili all’anzianità contributiva».  

L’interrogazione del Partito Democratico, muove dalla recente sentenza del Tribunale di Venezia, la n. 200 del 27 marzo scosso, che “ha riconosciuto ad una lavoratrice addetta alle mense scolastiche del comune di Spinea (Ve) il conteggio da parte dell’Inps dell’anzianità contributiva anche per i tre mesi di pausa forzata dovuta alla chiusura delle scuole. La conseguenza di questa sentenza – si legge nell’interrogazione -  è che la lavoratrice potrà recuperare dal 1999 e per ogni anno, i 3 mesi di contribuzione utili all’anzianità contributiva.” Nella richiesta, le parlamentari del partito democratico ricordano che «secondo stime sindacali, i lavoratori interessati risulterebbero circa 150 mila, e che per  i lavoratori in  part time a ciclo verticale la via giudiziaria è risultata essere l’unica strada per vedersi riconosciuta i periodi di contribuzione, anche per quelli di non lavoro». Infine, l’interrogazione evidenzia che «l’opposizione da parte del’Inps ha dei costi per l’intera collettività che si aggiungono a quelli derivanti dalle sentenze». Da qui la richiesta al ministero di rivedere l’attuale normativa.

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