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Legge elettorale, Tondo (Ar): «Depotenziare il ruolo del presidente e salvare la democrazia»

«Ingiusto che il presidente abbia in mano il destino di un popolo: serve una norma che consenta al vice di subentrare». Barillari: stesso principio anche per i sindaci

«La legge elettorale migliore per Autonomia Responsabile? Quella che depotenzia il ruolo del presidente, e svincola il destino della Regione dalla carriera di una sola persona. In democrazia, ci sembra logico che il vicepresidente possa subentrare alla guida della Regione, qualora il presidente si dimetta per ragioni personali o politiche».

Così Renzo Tondo, presidente di Autonomia Responsabile in Consiglio regionale, nel puntualizzare che «sarebbe superficiale chi, provocatoriamente, volesse leggere nella nostra proposta un attacco diretto a Debora Serracchiani. Di certo, in questi anni, le suggestioni legate al destino politico di Serracchiani hanno spinto diversi autorevoli addetti ai lavori a prendere in considerazione una precoce conclusione di legislatura. Al netto delle speculazioni su Serracchiani, crediamo che una democrazia matura preveda di togliere al presidente un potere potenzialmente ricattatorio nei confronti della giunta regionale, del consiglio e, soprattutto, del popolo».

Tondo spiega che «ovviamente, la norma che noi caldeggiamo implica una modifica allo statuto. Qualora la nostra proposta facesse proselitismo, saremo pronti a mettere in campo tutte le iniziative per le modifiche statutarie richieste».

Sulla stessa lunghezza d’onda Giovanni Barillari, consigliere regionale di Ar, secondo cui «lo stesso principio dovrebbe essere applicato alle amministrazioni comunali. Si dimette il sindaco? La legislatura arrivi a naturale scadenza condotta per mano dal vicesindaco. Una proposta di questo tipo rimetterebbe al centro il significato di democrazia e consegnerebbe una porzione consistente di potere nelle mani del corpo elettorale».

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