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Trieste chiama il Parlamento: «Le agevolazioni fiscali nel Porto di Trieste non si toccano»

Mozione promossa dal consigliere Cason approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale

Il consigliere comunale Roberto Cason (Lista Dipiazza) esprime soddisfazione per il risultato ottenuto dalla sua mozione urgente votata positivamente dal Consiglio comunale lunedì 21 novembre scorso: «Trieste si è fatta sentire, tutto il Consiglio ha lanciato un messaggio chiaro e forte al Governo, abbiamo il dovere di tutelare l’economia e l’occupazione nel Porto di Trieste, non possiamo permetterci di perdere la posizione di primo porto d’Italia, non possiamo permetterci di perdere un centesimo considerati gli imminenti investimenti annunciati dal presidente dell’Autorità Portuale Zeno D’Agostino».

Il decreto legge che prevede la chiusura di Equitalia e la rottamazione delle cartelle, in esame da parte della Commissione finanze e bilancio del Senato, «in realtà include disposizioni meno in vista (nascoste...?) tra cui una restrittiva molto pericolosa per il Porto di Trieste considerata la stretta vicinanza con il porto di Capodistria in cui tale restrizione non sussiste.  Da anni gli importatori che depositano le proprie merci nei 15 speciali magazzini doganali I.V.A. di Trieste attualmente, all’atto dell’estrazione delle stesse, non sono tenuti a versare l’IVA sull’importazione (eccetto i dazi) ma solo una volta vendute. La nuova norma - spiega Cason -, invece, se dovesse passare così com'è, prevede che gli importatori debbano immediatamente versare l’IVA all’atto dell’estrazione delle merci dai depositi I.V.A. costituendo una posizione perennemente a credito, fortemente penalizzante dal punto di vista finanziario».

«Parliamo di un’ipotetica perdita di circa 10.000 operazioni per 329.772.000 euro, che rappresentano il 5% del totale importazioni a Trieste, che dal 1 aprile 2017 potrebbero essere deviate in altri porti qualora la norma prevista all’interno del decreto cd. Equitalia dovesse passare al Senato nei prossimi giorni - continua il consigliere della Lista Dipiazza -, con conseguente rischio di perdita di posti di lavoro e fornitura di servizi collaterali da parte di operatori triestini tra cui trasporti, logistica, e altri servizi forniti dall’indotto».

«Anche la Confetra Fvg con il suo presidente Stefano Visintin esprime piena soddisfazione per la mozione sottoscritta da tutte le forze di centrodestra e approvata anche dal centrosinistra e Movimento 5 stelle. Tuttavia - conclude Cason - la partita deve essere giocata nei prossimi giorni in Parlamento in cui dovrà essere assolutamente considerata la volontà del Consiglio comunale di Trieste. Sembra che alcuni parlamentari, appresa la notizia, si siano già messi all’opera per fermare questa follia».

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