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Giunta Dipiazza, centrosinistra: «Nè fatti nè atti, il sindacco festeggia un anno di flop»

Bocciatura secca al primo anno di governo della Giunta Dipiazza e della sua maggioranza di centrodestra espressa dai consiglieri di centrosinistra in Consiglio comunale e dalla segreteria provinciale del Pd

«Martedì per il sindaco Dipiazza sarà un compleanno amaro, perché dopo un anno di roboanti annunci non abbiamo visto né fatti né atti: manca una visione della città, il Comune è in amministrazione provvisoria e nel caos sul  bilancio, e nessuno dei provvedimenti sbandierati in campagna elettorale è diventato realtà. Per un sindaco al terzo mandato e una giunta composta da amministratori esperti, è un totale flop».
È la bocciatura secca al primo anno di governo della Giunta Dipiazza e della sua maggioranza di centrodestra, espressa oggi dai consiglieri di centrosinistra in Consiglio comunale e dalla segreteria provinciale del Pd in una conferenza stampa.

«Sono stati dodici mesi caratterizzati da valanghe di annunci, a cui non sono seguiti né atti né fatti» ha dichiarato la capogruppo del Pd Fabiana Martini.
«Le Linee programmatiche del sindaco Dipiazza, -continua Martini - il documento con cui il primo cittadino ha messo nero su bianco i suoi impegni nei confronti della città, restano un libro dei sogni: basta scorrerle per rendersene conto, a cominciare dalla promessa di avviare percorsi partecipati con i cittadini sulle scelte da compiere e sulle risorse da destinare. Modifiche annunciate e mai pervenute come quelle sul Regolamento movida e sugli artisti di strada o sul trasferimento del mercato ittico. Promesse non mantenute, come quelle sulla ciclabilità e sulla Ferriera: ormai anche coloro che si erano illusi che Dipiazza potesse davvero rispettare la parola data e chiudere l’area a caldo dello stabilimento protestano e chiedono le sue dimissioni. E nonostante l’esperienza flop anche sul fronte amministrativo: bilancio in ritardo e il Comune per la prima volta in gestione provvisoria».

La capogruppo civica Maria Teresa Bassa Poropat ha posto l’accento sulla «mancanza di una visione strategica della città. Dipiazza – ha detto – ha marciato sullo slogan “lavoro lavoro lavoro”, ma non abbiamo visto nessun risultato. Ricordo inoltre che il sindaco è presidente dell’Uti giuliana: perché non coglie la sfida e le opportunità offerte dal ruolo di coordinamento che Trieste ha, ad esempio per la promozione del territorio?».
Secondo , segretaria regionale Pd, «questa Trieste non mi piace. Dipiazza e la maggioranza stanno distruggendo le radici e la ricchezza che hanno resto grande la nostra città e la stanno trasformando in una cittadella chiusa e marginale, che passa alla ribalta nazionale per lo striscione di Giulio Regeni strappato dalla facciata del Municipio e per l’ostruzionismo contro la legge sulle unioni civili».
«E poi basta giocare allo scaricabarile – ha aggiunto Grim – rivendicando la propria innocenza e riversando tutte le colpe addosso a Governo e Regione: prima era sempre colpa della Giunta Cosolini, mentre ora Dipiazza è ignaro e innocente. È sufficiente il caos e il degrado che regnano al Silos per dare un esempio».

Tra gli altri interventi dei consiglieri Pd, quello del vicecapogruppo, Giovanni Barbo, che ha sottolineato come «questa giunta si sia dedicata solo alle piccole questioni di ordinaria amministrazione e di fatto sia non pervenuta. Il sindaco comunica attraverso video, sempre privi di interlocutori, che strombazzano su strade e marciapiedi. Ma per il resto siamo all’anno zero, sulla cultura come sul turismo: mi chiedo ancora quale sia il vantaggio dato a Trieste dall’invasione di mercatini, senza che questi vengano nemmeno promossi all’eterno della città».
Laura Famulari ha affrontato il tema del sociale: «anche qui siamo al nulla. L’assessore Grilli ha fatto grandi annunci ma si è limitato a proseguire le nostre politiche; e i nuovi sistemi per favorire l’assistenza domiciliare, di cui molto avevano parlato, non si sono mai visti. Infine la sicurezza: i triestini oggi si sentono più sicuri di un anno fa? Bastano forse le telecamere annunciate da Dipiazza a risolvere eventuali criticità? Direi che i fatti parlano da soli».

Sono intervenute anche Maria Luisa Paglia e Marina Coricciati, componenti della segreteria del Pd di Trieste. Paglia ha denunciato la «grave situazione che si sta verificando nella circoscrizioni relativamente al bilancio. È un testo si 1362 pagine, che hanno chiesto ai parlamentini di visionare in un giorno, cosa evidentemente impossibile. Così hanno mostrato una totale mancanza di rispetto e attenzione ai territori e ai rioni, alla faccia della tanto sbandierata attenzione ai cittadini e partecipazione inclusiva. Già cinque circoscrizioni su sette hanno bocciato il documento». Coricciati, che ha la delega alla cultura, ha parlato della candidatura del tram al patrimonio Unesco, sottolineando che «i triestini devono sapere che ci vorranno dieci o quindici anni per avere eventualmente i fondi, e che ancora una volta siamo davanti a una boutade».

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