rotate-mobile
Politica

Polizia Questura di Trieste, Silp Cgil: «Temperature inaccettabili, condizioni "africane"»

«Il 4 agosto alle ore 13.30 erano stati misurati quasi 35° all’interno di alcuni uffici della Questura di Trieste. Temperature analoghe rilevate all’interno dell’Ufficio Volanti, Poliziotto di Quartiere e Corpo di Guardia della Questura (disagi da calore anche in molti altri uffici). All’esterno temperature insopportabili»

«Come abbiamo più volte avuto modo di segnalare, l’art. 181 del D.Lgs 81/2008 indica che “il datore di lavoro valuta tutti i rischi derivanti da esposizione ad agenti fisici” e per agenti fisici si intendono (art. 180) “il rumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le vibrazioni meccaniche, i campi elettromagnetici, le radiazioni ottiche di origine artificiale, il microclima e le atmosfere iperbariche che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori” (anche quelli in divisa). Nonostante l’acquisto di alcuni (pochi) condizionatori portatili, mentre in Prefettura (che autorizza le spese), oppure in altri “comodi” uffici della Questura di Trieste, qualcuno più fortunato passa le sue giornate lavorative riparato al fresco dei suoi condizionatori d’aria, altro personale meno favorito dalla sorte, ma sicuramente più votato al sacrificio, svolge il proprio servizio godendo di climi certamente meno confortevoli, al riparo però da pericolosissimi sbalzi di temperatura» Sono queste le dure condizioni lavorative della Polizia della Questura di Trieste, riportate dal Silp Cigl.

«Vorremmo richiamare l’attenzione del nostro datore di lavoro sulle condizioni “africane” in cui operatrici e operatori di Polizia della Questura di Trieste sono costretti ad operare! Ci sono giunte segnalazioni, confutate da misurazioni, riguardo le temperature interne raggiunte all’interno di alcuni Uffici dipendenti dalla Questura, indegne di un Paese (e un’Amministrazione) civile. Ci si aggiungano poi anche le condizioni “estreme” alle quali sono costretti i colleghi e le colleghe impegnate nei disposti “Servizi straordinari di controllo del territorio”, tanto acclamati da una parte politica -ed anche da altra sigla sindacale- della città (la sicurezza e la lotta alla criminalità, non ci stancheremo mai di dirlo, non dovrebbero avere colore politico) la stessa che, per mano del vice Sindaco (che farebbe bene ad occuparsi di analoghe (?) questioni inerenti la Polizia Locale) ha (poco) “simpaticamente” detto che (i poliziotti), piuttosto che “girarsi i pollici, è bene che facciano i controlli”».

«Se poi per accontentarlo, i “girapollici” devono subire le alte temperature di questi giorni in violazione delle norme della sicurezza sul lavoro (es. tempi di esposizione al calore eccessivamente prolungati, taglie dei GAP inadeguate, ecc.), oppure sono costretti ad impiegare il loro tempo libero (che vale quanto il suo), impedendogli tra l’altro di girarsi tranquillamente i pollici, per lavare l’unica divisa a disposizione che, a causa dell’inevitabile disagio provocato dal sudore, diventa immettibile, a lui, che gliene importa? Gli importa forse di sapere se i “suoi” uomini e donne della Polizia Locale, svolgono le attività di Polizia richieste, in condizioni da garantire loro di operare in totale sicurezza e con adeguate coperture in caso di infortunio?»

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Polizia Questura di Trieste, Silp Cgil: «Temperature inaccettabili, condizioni "africane"»

TriestePrima è in caricamento