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Primo maggio, Cernigoi (Ugl Fvg): «Basta provocazioni, è una festa di tutti»

«Bandiere ex Jugoslavia doloroso retaggio di una tremenda occupazione, alcuni manifestanti in divisa del Nono Corpus dell’ex armata Jugoslava. Uno sfregio»

In merito all'episodio accaduto durante la manifestazione e il corteo del 1° maggio a Trieste, con l’esibizione di bandiere della ex Repubblica di Jugoslavia, Matteo Cernigoi, segretario generale di Ugl Fvg condanna quello che definisce un «doloroso retaggio dell’occupazione della città da parte delle truppe di Tito, il primo maggio 1945. Si tratta, come purtroppo accade da molti anni, di una vera e propria provocazione da parte di alcune frange di nostalgici, che continuano a mischiare i festeggiamenti per la festa dei Lavoratori con la data dell’arrivo degli occupanti Jugoslavi nei quaranta peggiori giorni vissuti, durante la guerra, da questa città, quando l’intento era quello di far rimanere Trieste dalla parte balcanica della cortina di ferro».

«Questa volta - continua il segretario regionale - il tutto è stato amplificato per la risposta polemica, una sorta di sfida da parte di qualcuno, a un’ordinanza del Comune in cui si chiedeva alla Prefettura di prestare attenzione alla bandiere titine, da sempre punto dolente di una manifestazione che dovrebbe essere di condivisione e partecipazione generale. Invece, abbiamo assistito al proliferare di bandiere e manifestanti, addirittura in divisa del Nono Corpus dell’ex armata Jugoslava».

«La nostra città - conclude - è piena di gente, non soltanto esuli istriani e dalmati, che ha perso i loro cari nell’orrida realtà delle foibe, gente che ha lottato rischiando la propria vita pur di restare all’Italia. Uno sfregio così grave non è accettabile, qui si continua a creare divisione e rabbia invece di tentare di costruire un futuro migliore per le nuove generazioni».

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