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Rette case di riposo, Alternativa Tricolore: «Assordante silenzio del Comune»

Lo rileva in una nota Federazione Provinciale di Trieste di Alternativa Tricolore:«Sono trascorsi quasi tre anni da quando l’Assessore alle Politiche Sociali ha fatto propria una importante mozione sul pagamento delle rette delle case di riposo nel caso di anziani malati cronici non autosufficienti»

«Sono trascorsi quasi tre anni (18/12/2012) da quando l’Assessore alle Politiche Sociali ha fatto propria, sulla base di un testo emendato, una importante mozione sul pagamento delle rette delle case di riposo nel caso di anziani malati cronici non autosufficienti (prot. n. B-10/3-11/06/12). E' trascorso più di un anno da quando Alternativa Tricolore, a supporto dello Sportello Aperto Anziani, ha chiesto chiarimenti sull'argomento in via ufficiale tramite PEC. Non c’è stata nessuna risposta e continua l’assoluto e colpevole silenzio da parte dell'Amministrazione Comunale e del Consiglio Comunale. L'argomento invece è purtroppo sempre attuale e sempre più grave come confermato dalle segnalazioni che arrivano allo Sportello Aperto Anziani ed al servizio ai cittadini “dilloadalternativatricolore@gmail.com”».

Lo rileva in una nota Federazione Provinciale di Trieste di Alternativa Tricolore.

«L'amministrazione comunale di Trieste - continua la nota - non ha ancora prodotto un regolamento serio ed articolato che tenga conto delle leggi nazionali vigenti e delle ormai innumerevoli sentenze del TAR e del Consiglio di Stato che hanno costretto molti comuni italiani ad annullare e rivedere regolamenti in contrasto con le leggi e, in molti casi, dover giustamente risarcire anziani malati non autosufficienti, disabili e le loro famiglie. Un banale documento di due pagine non può considerarsi un regolamento tanto più se non conforme alle leggi».

«L'importanza - sottolineano -  è ancora maggiore per effetto del nuovo ISEE in vigore dal 1 gennaio 2015 per il quale, giustamente, si sono già espresse tre sentenze del TAR del Lazio (02454/2015, 02458/2015 e 02459/2015 depositate il 11/02/2015) che hanno obbligato il Governo a rivedere la parte relativa alle indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità che non fanno redditto. Ed è corretto sia così trattandosi di entrate economiche erogate dallo Stato alle persone colpite da disabilità invalidante grave (100%), con la funzione di compensare le maggiori spese che le persone con disabilità grave devono sostenere rispetto a coloro che sono privi di menomazioni e perciò non costituiscono in nessun caso un reddito».

«In una email di febbraio 2015 - ancora Alternativa Tricolore -  ci si era già rivolti, tra gli altri, anche al Sindaco Cosolini e all'Assessore alle Politiche Sociali Famulari affinchè si tenesse conto fin da subito di queste sentenze e fossero effettuate le necessarie modifiche alla Delibera di Giunta n.585 del 30 dicembre 2014 in modo tale da non includere nella richiesta di prestazioni sociali, per persone anziane malate croniche non autosufficienti o con disabilità grave fisica e/o psichica, l'indennità di accompagnamento e le rendite non imponibili fiscalmente come invece continua ad essere richiesto ancora all'art.2 nel documento "Condizioni per l’accoglimento presso le strutture residenziali per anziani del Comune di Trieste e/o per la concessione di contributo pubblico a copertura retta di ricovero"».

«Molto importante evidenziare - ancora - che a settembre 2015 il Consiglio di Stato NON ha concesso al Governo la sospensiva delle sentenze, sancendo l'illegittimità del Governo di non aver fino adesso applicato le tre Sentenze del TAR immediatamente esecutive da febbraio di quest'anno. Inoltre non avendo il TAR del Lazio accolto tutta una serie di rilievi posti dalle due associazioni ricorrenti (tra cui l'illegittima considerazione nell’ISEE dei figli, anche non conviventi, per determinare la situazione economica e quindi la capacità di contribuire alla retta alberghiera dell’anziano malato cronico non autosufficiente ricoverato in struttura) il 15 giugno 2015 è stato presentato dall’Utim e dall’Aps (aderenti al CSA di Torino) ricorso al Consiglio di Stato la cui udienza è stata fissata il 3 dicembre 2015 (Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità)».

«Alternativa Tricolore - conclude la nota - ha chiesto al Presidente della Commissione Trasparenza, al Presidente del Consiglio Comunale (peraltro firmatario della mozione in oggetto) e all’Assessore alle Politiche Sociali di dare una risposta ai cittadini che continuano a vedere calpestati e negati i loro diritti».

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