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Richiedenti asilo, alloggio in albergo in attesa del riconoscimento

Lo spiega il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale: « La quasi totalità di profughi non viene da zone in cui la loro incolumità è in pericolo, bensì da Paesi europei più ricchi e con maggiori possibilità del nostro»

L'Italia agevola i richiedenti asilo ex Dublino III non applicando le disposizioni previste, sebbene in vigore negli altri Paesi europei, e per tale ragione attrae decine di migliaia di profughi, di cui buona parte mandati in Friuli Venezia Giulia. E la Regione cosa fa?

È questa, in sintesi, l'interrogazione che Rodolfo Ziberna ha rivolto alla Giunta Serracchiani.

Spiega il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale: "Il regolamento (UE) n.604/2013 prevede tempi definiti per il trasferimento di uno straniero proveniente da Paesi comunitari che lo hanno registrato inserendo le sue impronte digitali nel sistema Eurodac (European Dactyloscopie - Dattiloscopia europea).

«Il regolamento europeo sull'asilo prevede che lo Stato competente sia il primo dove lo straniero mette piede. Il 90% di quelli che vengono a Gorizia ha già chiesto asilo o è transitato prima da altri Stati comunitari.

«La legislazione europea in merito si rifà al regolamento Dublino III, secondo il quale un richiedente asilo che prova a inoltrare la domanda in uno Stato europeo dopo essere già stato respinto da un altro Paese, dovrebbe essere riaccompagnato nel primo Stato. Per riaccompagnarlo esiste però un limite temporale di due mesi, oltre il quale la competenza passa al secondo Stato: in questo caso l'Italia. Ebbene, mentre i richiedenti asilo che dall'Italia vogliono passare in Germania o in Austria vengono fermati alla frontiera oppure riaccompagnati nel Belpaese in tempo praticamente reale, il processo contrario si perde tra mille difficoltà e lungaggini amministrative. E così la responsabilità ricade sempre sull'Italia».

«A Gorizia abbiamo avuto 219 domande di protezione internazionale nel 2013, 542 nel 2014 e sino alla metà di febbraio del corrente anno le domande erano già 124, di cui il 90% non provenienti da paesi in guerra ma da altri Paesi europei. Deve essere chiaro a tutti, pertanto, che la quasi totalità di profughi non viene da zone in cui la loro incolumità è in pericolo, bensì da Paesi europei più ricchi e con maggiori possibilità del nostro. Oramai una rete internazionale indirizza a Gorizia i profughi perché qui è più facile ottenere asilo, il riconoscimento dello status di rifugiato. A Gorizia, diversamente che dagli altri Paesi, il riconoscimento lo si ottiene e nel frattempo si vive in albergo».

A non funzionare, pertanto, è l'Unità Dublino presso il dipartimento delle Libertà civili del ministero dell'Interno, la quale dovrebbe avviare le procedure per l'accompagnamento e la presa in carico del Paese europeo nel quale i richiedenti sono stati fotosegnalati. Infatti sono in questo stato tutti gli immigrati le cui impronte sono state inserite nel sistema Eurodac da altri Paesi europei. La Questura di Gorizia segnala tutti i casi di positività, ma poi l'Unità Dublino difficilmente finalizza. Sono a questo proposito dal fatto che sono stati riaccompagnati negli Stati europei di loro provenienza un solo straniero nel 2013, 5 nel 2014 e 4 nel 2015: risibili per affermare che si tratti di una risposta da parte dello Stato."

Alla luce di quanto riportato, Ziberna, nella sua interrogazione alla Giunta regionale finalizzata a promuovere un intervento sul
Governo per sollecitare gli adempimenti dell'Unità Dublino, pone numerosi quesiti sulle persone accolte in Italia e sulla loro provenienza, sugli accertamenti Eurodac e sulle pratiche aperte dalle questure, ovvero su quanti siano gli stranieri la cui competenza, per mancata attivazione della procedura di richiesta di ripresa in carico, siano diventati di competenza italiana.

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