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Ferriera, Roberti: «La Regione annulli subito l'Aia come richiesto dal Comune»

«Nonostante i dati e il rischio accertato dell'Asuits mancano gli elementi di urgenza per poter emettere un'ordinanza sindacale di fermo attività»

«Devo scusarmi con il direttore dell'Asuits Nicola Delli Quadri, aveva colto nel segno, nella mastodontica macchina del Comune di Trieste la lettera che aveva inviato non aveva ancora compiuto il giro di tutti gli uffici».
Lo precisa il vicesindaco Pierpaolo Roberti che, dopo essersi scusato, lo ringrazia anche per i contenuti della lettera, nella quale l'Asuits conferma un costante aumento delle deposizioni di polveri nell'area in esame nel primo semestre 2017, polveri contenenti idrocarburi aromatici policiclici che, come riporta la lettera, "comportano un problema di salute per la popolazione espresso in incremento del rischio espositivo".

«Purtroppo però, nonostante i dati e questo rischio accertato - prosegue Roberti - la lettera si conclude con un altro non ininfluente passaggio: "la rilevanza del fenomeno, pur non comportando immediati pericoli per la salute, impone un suo costante e approfondito monitoraggio". Se da un lato quindi si accerta che questo incremento di polveri è potenzialmente pericoloso per la salute pubblica, dall'altro si precisa che non vi è un pericolo immediato».
«Questa posizione -continua il vicesindaco- rende pertanto impossibile l'emissione di un'ordinanza sindacale di fermo attività, ma conferma la bontà dell'azione promossa dal Comune di Trieste. Infatti, se lo strumento dell'ordinanza non può essere utilizzato in quanto mancanti gli elementi di urgenza, rimarca una criticità che deve essere affrontata seguendo un'altra via».

«La Regione - conclude il vicesindaco Pierpaolo Roberti - risparmi tempo con inutili comunicati stampa e annulli immediatamente l'Aia come richiesto formalmente dal Comune di Trieste con la diffida di qualche giorno fa e con tutta la documentazione prodotta in tutti questi mesi e la smetta di girare la testa rispetto ad un problema che oggi la stessa Asuits conferma esserci e che, a nostro avviso, dà pienamente ragione al Comune quando dice che l'area a caldo è incompatibile con la città di Trieste».

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