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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rsa, Novelli (Fi): «Quali sono le liste d'attesa per accedere al servizio?»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TriestePrima

«Corrisponde al vero che numerosi pazienti, pur avendo titolo di essere trasferiti dall'ospedale alle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali), vengono, invece, mandati a casa loro, o addirittura ulteriormente trattenuti in nosocomio in pieno contrasto con le finalità della riforma sanitaria regionale?" 

A porre il quesito è il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli che ha presentato un'interrogazione a risposta scritta sul tema alla Giunta.

«Con la delibera giuntale 2151/2015 - rileva Novelli - sono state approvate le nuove linee guida per la gestione delle RSA, in quanto era necessario adeguare quelle vecchie (DGR 1487/2000) alle finalità, agli obiettivi e al nuovo assetto del servizio sanitario in seguito all'entrata in vigore della legge regionale 17/2014 Riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del Servizio Sanitario regionale e norme in materia di programmazione sanitaria e sociosanitaria».

«È bene ricordare che uno degli obiettivi principali della suddetta riforma consisteva proprio in una progressiva riduzione dei tempi di degenza in ospedale, controbilanciati da un aumento di ricoveri in RSA (strutture che svolgono una funzione intermedia fra l'ospedale ed i servizi domiciliari ed ambulatoriali)».

«L'accesso alle RSA - prosegue l'esponente di Forza Italia - funziona nel seguente modo: prima vi è la segnalazione, effettuata di norma dal medico ospedaliero, poi il personale sanitario del Distretto in collaborazione con il servizio sociale dell'Ambito distrettuale, previa valutazione dell'Unità di Valutazione Distrettuale del Distretto di residenza dell'utente, raccoglie i dati e le informazioni necessarie a vagliare l'eligibilità del paziente. Tale valutazione dovrebbe essere effettuata quanto più tempestivamente possibile, comunque non oltre i tre giorni, e dovrebbe comprendere anche l'individuazione dell'RSA più idonea alle esigenze sanitario-assistenziali dell'utente, sentite le sue preferenze e quelle dei cosiddetti care-giver».

«Il fabbisogno delle strutture della rete dei servizi di assistenza primaria risulterebbe essere, però, del tutto sottostimato, in quanto sono numerosissime le segnalazioni di pazienti che, pur avendo titolo di essere trasferiti dall'ospedale all'RSA, vengono, invece, mandati a casa loro, o addirittura ulteriormente trattenuti in ospedale in attesa che si liberino posti letto in una residenza sanitaria assistenziale».

«E' evidente - afferma ancora Novelli - che il fine ultimo consistente nel garantire la continuità delle cure al paziente non può assolutamente venire raggiunto se i pazienti vengono mandati a casa».

«Per questo - conclude Novelli - chiedo all'amministrazione regionale la situazione delle liste d'attesa di ogni Distretto, con particolare riferimento ai tempi medi di attesa e quali siano le forme di assistenza alternative erogate dai Distretti a coloro che vengono mandati a casa in attesa di trovare posto nelle RSA».

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