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Serracchiani: "Meno tasse per il porto e suoi lavoratori, presentata proposta di legge"

Esenzione dell'IVA nella cessione di merci europee all'estero, dell'IMU per i capannoni all'interno del porto e ulteriori diminuzioni della pressione fiscale per gli stipendi dei lavoratori portuali nel nuovo disegno di legge della deputata dem

Una proposta di legge per migliorare il regime fiscale all'interno del Porto attraverso l'esenzione dell'IVA nella cessione di merci europee all'estero, dell'IMU per i capannoni all'interno del porto e ulteriori diminuzioni della pressione fiscale per gli stipendi dei lavoratori portuali, per assumere di più e con stipendi più alti. Oltre a questo, l'istituzione della Zona Economica Speciale all'interno del porto e il fondo di sviluppo del punto franco da 50 milioni di euro. La proposta è stata presentata oggi a Trieste dalla deputata del PD e dal segretario generale dell'Autorità Portuale Mario Sommariva.

“I porti italiani – ha dichiarato Serracchiani - sono un volano di sviluppo straordinario ma non sono sempre stati considerati tali, con investimenti insufficienti e frammentari. Oggi l'Italia deve investire su alcuni dei suoi porti. Quelli coinvolti dalla via della seta ma anche quelli su cui l'UE sta investendo, come quello di Trieste”.

Gli articoli nel dettaglio

La proposta, già al vaglio delle commissioni, si articola in cinque punti. L'articolo 1 riguarda introduzione dell'articolo 8 ter nel decreto del presidente della Repubblica del 1972 e prevede l'esenzione dall'IVA nella cessione di merci europee considerate estere doganalmente e fiscalmente. “In sostanza - ha specificato Serracchiani – ci sarà la possibilità di avere un'esenzione IVA anche alla cessione dei beni all'estero e non soltanto alla presenza di quei beni all'interno del Porto Franco internazionale, rafforzando così  l'extradoganalità ed extraterritorialità del Porto di Trieste”.

L'articolo 2, invece, prevede l'esenzione dell'IMU per i capannoni nelle aree portuali destinate ad attività portuale, che acquisirebbero una classificazione specifica e privilegiata. A seguire l'articolo 3 istituisce la Zona Economica Speciale all'interno del punto franco “un 'di più' che fornisce vantaggi economici, finanziari e amministrativi – ha spiegato la dem – nell'attesa che il Governo comprenda e applichi pienamente il regime di porto franco internazionale”. Inizialmente le ZES potevano essere istituite soltanto nel sud Italia ma la condizione è stata sdoganata con la legge di bilancio del 2018.

L'articolo 4 invece prevede la riduzione della pressione fiscale nell'ambito del lavoro portuale "per aumentare le assunzioni e dare ai lavoratori buste paga più pesanti". Proposta articolata su due fronti “Uno relativo a nuove assunzioni – ha spiegato Sommariva –, i datori di lavoro che assumeranno riceveranno 3000 euro annue per tre anni, e dall'altro lato i redditi dei lavoratori saranno detassati per 7500 euro annui”. 

Il quinto articolo prevede un fondo di 50 milioni di euro per lo sviluppo del punto franco, che si andrebbero a ricavare, a quanto dichiarato, dalla riduzione del fondo per gli interventi strutturali di politica economica del decreto legge del 2004. 

Serracchiani ha infine ringraziato la senatrice Tatjana Rojc (PD) per il suo contributo al senato e ha spiegato come “ll FVG non può che essere protagonista per il rilancio della portualità, perché siamo una piattaforma logistica straordinaria, perché abbiamo un'apertura naturale verso i paesi del nord e del centro Europa e perché siamo spontaneamente indicati come punti d'arrivo dall'Asia e verso l'Occidente”.

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