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Tito, Ziberna: «Appoggio a Roberti su cancellazione onorificenze»

Il sindaco di Gorizia ricorda di aver già sollevato la questione nel 2013, cinque anni fa, con la Giunta Serracchiani

Il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, non solo manifesta il suo pieno appoggio all’iniziativa dell’assessore regionale a Politiche comunitarie e corregionali all'estero Pierpalo Roberti, sulla richiesta di revoca delle onoreficienze al maresciallo Josip Broz Tito, ma ricorda di aver già sollevato la questione nel 2013, cinque anni fa.

L'interpellanza a Serracchiani

Nel maggio di quell’anno, infatti, Ziberna, allora consigliere regionale, presentò un’interpellanza alla governatrice Serracchiani in cui la invitava a «farsi parte attiva nei confronti del Capo dello Stato per sollecitare la revoca dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferita a Tito rectius Josip Broz con decreto del 2 ottobre 1969, in considerazione, riconosciuta la responsabilità di Tito, della carneficina e della violazione dei diritti umani in particolare a danno delle comunità italiane residenti in Venezia Giulia, Quarnaro e Dalmazia a seguito dell’entrata a Trieste ed a Gorizia, il 1 maggio 1945, dell’armata di Tito».

Tito, Roberti: «Mozione per cancellare onorificenze»

I 40 giorni di terrore

Il sindaco non ha cambiato posizione e ribadisce oggi che «gli storici, nei cosiddetti “40 giorni di terrore titino” che hanno anticipato l’arrivo degli anglo-americani, considerano determinante la responsabilità politica di Tito per tutte le esecuzioni civili e militari. Si tratta di atrocità inenarrabili e indimenticabili, che fortunatamente la storia, dopo cinquant’anni di silenzio, ha deciso di non cancellare grazie alla Giornata del Ricordo che si celebra ogni anno il 10 febbraio, rese ancora più crudeli dalla circostanza che si verificarono a guerra finita».

L'esodo

«Ma Tito è responsabile, come noto, di una serie di atrocità che costituiscono quelle azioni di pulizia etnica destinata ad allontanare dalle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia la popolazione autoctona italiana. Con violenze, intimidazioni, processi farsa, foibe, impiccagioni ed annegamenti Tito riuscì a provocare un esodo di 350 mila italiani che temevano per la propria incolumità».

"Atto di giustizia"

L’interpellanza non ottenne riscontro positivo e Ziberna auspica che la richiesta possa trovare accogliemento oggi «con un atto di giustizia nei confronti delle migliaia di vittime di cui fu responsabile Tito».

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