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Voucher, Ciriani (FdI/AN): «Grave danno all'assistenza sociale: si tornerà al lavoro nero»

Le preoccupazioni del consigliere regionale di Fratelli d'Italia/Alleanza Nazionale, Luca Ciriani, incredulo davanti alla decisione del Governo di cancellare completamente la possibilità di utilizzare i buoni lavoro

«Voucher cancellati, si torna alle vecchie regole di "ingaggio" o, peggio ancora, al lavoro nero». Queste le preoccupazioni del consigliere regionale di Fratelli d'Italia/Alleanza Nazionale, Luca Ciriani, incredulo davanti alla decisione drastica del Governo, recependo il testo del disegno legge votato dalla Commissione lavoro della Camera, di cancellare completamente la possibilità di utilizzare i buoni lavoro.

«Un grave errore che spalanca le porte al lavoro sommerso e, soprattutto, decreterà la fine di quei rapporti di lavoro che, seppure saltuari, hanno reso possibile a studenti, pensionati o cassaintegrati impiegati in attività stagionali di coniugare i loro interessi a quello dei loro datori di lavoro" ribadisce il consigliere di Fdi/An, il cui pensiero va in particolare a quelle famiglie che, beneficiarie del Fondo per l'autonomia possibile, fino a oggi si sono servite proprio dei voucher per garantire ai propri cari una assistenza adeguata attraverso l'aiuto di assistenti familiari a chiamata. Opportunità che, l'eliminazione di questo strumento a partire dal primo gennaio 2018, non consentirà più».

«La cancellazione repentina dei voucher, frutto di una decisione troppo legata a ragioni politiche, è stata un errore. I buoni lavoro sono stati utilizzati anche in maniera non corretta e senza dubbio il sistema andava rivisto. Tuttavia, per determinate categorie produttive e lavorative le prestazioni occasionali costituiscono un pilastro e credo sarà necessario trovare una forma di retribuzione caratterizzata da flessibilità e snellezza proprio per fare sì che determinate categorie non scompaiano» - aggiunge Ciriani, riferendosi in particolare alle assistenti familiari cui, frequentemente ricorrono le persone che, per la loro condizione di non autosufficienza, non possono provvedere alla propria cura e mantenere una normale vita di relazione senza l'aiuto determinante di altri.

«Regolarizzare una collaboratrice domestica, una assistente familiare ha dei costi per alcune famiglie proibitivi e, quindi, ricorrere ai voucher per pagare questa categoria di lavoratori sociali, fino a oggi rappresentava l'unico strumento utile, sostenibile dai più». Un costo economico e burocratico che non può essere affrontato da tutti: «Viene da sé che l'unica via che queste famiglie hanno per poter pagare una badante oppure una infermiera in caso di bisogno è ricorrere al lavoro nero».

Da qui l'invito alla Regione di «rivedere e, se fosse necessario, implementare i contributi messi a disposizione delle famiglie beneficiarie del Fondo per l'autonomia possibile e per l'assistenza a lungo termine, qualora risultasse per loro necessario contrattualizzare la propria collaboratrice domestica o assistente familiare».

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