Referendum trivelle, votare SI' per evitare danni ambientali letali al nostro mare
Circa il referendum, le trivelle e la strategicita' del petrolio dell' Adriatico sono arrivato a queste conclusioni ponderate dopo aver letto tanta letteratura sul tema e sentito molti dibattiti:
In primis il voto e' un diritto/dovere sancito dalla nostra Costituzione. Ricordo la pubblicita' fatta alle elezioni del '52: "chi non vota e' testa vuota". Ora ci vengono a dire che astenersi dal voto e' cosa buona e giusta. Allora il partito degli assenteisti alle elezioni e' nel giusto, la disaffezione per la cosa pubblica e' lodevole. Come ribaltamento pro domo sua del dettato costituzionale non e' mica male, vero?
Se Renzi avesse avuto un po' di pazienza e colloquiato di piu' con le regioni forse un accordo lo si sarebbe trovato senza referendum ma le cose non sono andate cosi' e per pura spocchia non ha permesso di abbinare il referendum alle elezioni amministrative che ci avrebbe fatto risparmiare una consistente parte dei 300 milioni che pagheremo con le nostre tasse.
Se solo l' 1% di quanto prelevato dal fondale adriatico e' petrolio ed e' strategico per la nostra economia ( altrimenti i nostri motori rimarebbero a secco), come sostiene il PD, la domanda che ne consegue e': perche' il prodotto dei 60 pozzi della Basilicata ( circa il 15% del nostro fabbisogno nazionale) non rimane in Italia ma dopo esser passato per Taranto viene venduto all' estero? Poi lo ricompriamo o compriamo altro petrolio da altri Stati. Inoltre le royalties pagate dalle societa' petrolifere sono minimali rispetto a quanto pagano agli Stati arabi dove le royalties vanno dal 45 al 55% del valore del petrolio estratto. In Basilicata davano il 3% finche' la regione lucana non chiese un adeguamento beneficiando del grandioso aumento al 5 che oggi arriva al 7%. Il giacimento lucano e' non solo il piu' grande dell'Italia, e ci vorrebbe poco, ma il piu' grande del bacino del Meditteraneo e guarda caso noi vendiamo il nostro bene strategico, ma questo il PD non l'ha mai detto.
Comunque sia il SI al referendum non blocca l' estrazione in essere fino alla scadenza naturale delle concessioni che quasi tutte hanno dai 25 ai 30 anni di durata. Il SI vuol bloccare il rinnovo di queste concessioni per evitare danni ambientali che deturperebbero definitivamente il nostro piccolo mare che e' chiuso come pure il Mediterraneo. Il danno economico sarebbe spropositato per la perdita del turismo e della pesca.Il disastro ambientale di questi giorni in Lucania per la mala gestione dei pozzi e dei residui di lavorazione e' emblematico e sotto gli occhi di tutti. Sarebbe ora di smettere di fare gli struzzi e dopo il danno avvenuto cercare di correre ai ripari senza che mai si trovi il o i responsabili.
Sergio Lorenzutti