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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Cinque motivi per cui Trieste dovrebbe essere la capitale europea

Un passato imperiale, l'antinazionalismo e l'estate triestina sono solo alcuni dei motivi per i quali, secondo Techet, Trieste dovrebbe diventare capitale europea al posto di Bruxelles

Trasferire la capitale dell'Unione Europea da Bruxell a Trieste: è questa la provocazione di Techet riportata in un interessante un articolo apparso a metà agosto sul magazine online ungherese Azonnali.
Un passato imperiale, l'antinazionalismo e l'estate triestina sono solo alcuni dei motivi per i quali, secondo Techet, Trieste dovrebbe diventare capitale europea al posto di Bruxelles.

Di seguito riportiamo la traduzione in Italiano (a cura di Attila Trasciatti per tryeste.wordpress.com, che ringraziamo) dell'articolo in questione. Buona lettura! 

Le cinque ragioni di Techet

Non solo il governo ungherese e i suoi manifesti, ma anche gli abitanti di Bruxelles sono stufi di Bruxelles. Per meglio dire, non della propria città, ma da tutto ciò che l’Unione Europea significa per loro: uffici, traffico, manifestazioni di burini europei di ogni dove, alto costo della vita e simili.

Dal momento che Bruxelles è divenuta capitale europea quando il precursore dell’UE era composta da sei Stati, volendo l’UE potrebbe reagire alla mutata situazione geopolitica con una nuova capitale: Trieste.

Quali sono i pro a favore della città portuale del Nord-Est italiano?

1. Passato imperiale

Il pensiero dell’unità europea, il paneuropeismo è stato immaginato dopo la prima guerra mondiale dall’aristocrazia cattolica austriaca rimasta orfana della cornice imperiale. Secondo l’aristocratico nippo-austriaco Richard Coudenhove-Kalergi Vienna sarebbe dovuta diventare capitale europea come città stato indipendente.

Il pensiero asburgico al di sopra del concetto di nazione, pensiero che può essere la base dell’unità europea, non si trova solamente a Vienna ma anche a Trieste.

La città fino al 1918 era multiculturale dal punto di vista delle nazionalità e delle religioni, era un tipico porto imperiale cosmopolita, la terza città austriaca dopo Vienna e Praga. Oggi questa multiculturalità per molti aspetti è sparita: gli sloveni sono stati violentemente assimilati sotto il fascismo (dal 30% di madrelingua sloveni di allora oggi solo il 3% della popolazione triestina parla questa lingua), la maggior parte degli ebrei sono stati deportati (la minuscola comunità ebraica ad oggi non riesce più a riempire la seconda sinagoga più grande del continente), l’italianizzazione forzata ha colpito anche le comunità linguistiche tedesche, greche e serbe.

Nonostante tutto – o forse imparando da questi errori – gli abitanti della Trieste di oggi non sono nazionalisti, sono alienati dal concetto di nazione italiana (anche la Lega, partito di destra, preferisce sventolare bandiere austriache), sono orgogliosi del proprio passato asburgico e custodiscono-rafforzano il multilinguismo di una volta. Soprattutto Riccardo Illy, il proprietario di origini ungheresi, anti-Orbán e anti-Salvini, della Illy Caffé, ai tempi in cui era sindaco della città molto a fatto in difesa del ricordo dell’autonomia della città, del suo passato imperiale, mitteleuropeo e antinazionalista.

In quale altro posto si troverebbe meglio una nuova burocrazia imperiale e il suo apparato istituzionale, se non in una città dove nei suoi bar ancora sono affisse immagini di Francesco Giuseppe e i suoi militanti di destra sventolano bandiere imperiali?

2. Mitteleuropa con elementi mediterranei e balcanici

Con l’espansione continua dell’UE Bruxelles ormai si trova nella sua periferia. Trieste è molto più centrale. Non per ultimo si trova molto più vicina ai nuovi Paesi membri dell’Est e Sud Europa. Non solo geograficamente: architetture viennese, cucina balcanica, atmosfera mediterranea.

Il punto d’intersezione dei mondi germanici, slavi e latini.

Qui persino il cattolico polacco, il nazionalista ungherese anti-asburgico, il mafioso meridionale e l’imprenditore bavarese si sente più a casa che a Bruxelles. Dal momento che la Gran Bretagna (sic!) e la lingua inglese grazie a Dio se ne vanno dall’UE – la lingua di Stato di Malta e Irlanda non dovrebbe rimanere la lingua ufficiale dell’UE – con Trieste si rivaluterebbe la lingua italiana, tedesca, ma anche le lingue slave. Perdipiù Trieste non è capitale, anche se è una città italiana, culturalmente è molto più di questo, geograficamente invece è talmente al confine, che talvolta nemmeno gli italiani sanno se gli appartenga veramente.

3. Società antinazionalista

Trieste è stata invasa dall’Italia nel 1918 e nel 1954 contro la volontà dei propri abitanti. Molti tutt’ora rimpiangono i tempi fra il 1947 e il 1954, quando Trieste era una città Stato autonoma. Il pensiero secessionista è tutt’ora presente in città – in Piazza della Borsa il movimento separatista aspetta il ritorno delle forze occidentali su un enorme manifesto: “US, UK, come back!“

I triestini qualche anno fa sono andati a manifestare a Vienna, perché l’Austria occupi di nuovo la loro città, il loro porto.

Il capo di Stato austriaco, Alexander Van der Bellen, quest’estate ha chiamato il porto della città “nostro porto” – cosa che ha sconvolto la stampa italiana ma non i triestini. A Trieste non darebbe fastidio a nessuno se la loro città divenisse di nuovo internazionale. Anzi.

4. Ottimo ambiente economico e abitativo

Trieste è la sesta città italiana per tenore di vita. Nonostante questo la popolazione della città è in continua diminuzione e invecchiamento poiché ha perso i suoi vantaggi, dei quali godeva como porto austriaco. Grazie a molte grandi aziende (le più conosciute sono probabilmente la compagnia assicurativa Generali e la Illy Caffè) la disoccupazione è inferiore alla media nazionale e anzi, in diminuzione.

Secondo il quotidiano economico italiano Il Sole 24 Ore Trieste è prima in quanto a numero di sturtup.

Nonostante ciò per via del tasso di disoccupazione giovanile al 20% ci sarebbe ampiamente posto ad altri posti di lavoro in città.

A Trieste non ci sarebbe problema nemmeno per gli alloggi. Tutto il complesso portuale imperiale oggi è in rovina: ci sarebbe spazio al suo posto per decine di migliaia di nuovi appartamenti e uffici. Le ristrutturazioni sono già parzialmente iniziate soprattutto con capitale austriaco, ma se l’UE vi spostasse la sede darebbe un nuovo impulso a questa città, ricca per molti aspetti, ma dormiente. Tra l’altro i progetti di alloggi e sviluppo di Trieste sconfinano nella confinante Capodistria (Koper) – lo spostamento della capitale UE in due città Stato sarebbe invece un bel gesto e un ottimo investimento.

5. Il tempo è migliore di quello di Bruxelles, ma non troppo

Mare! Già questo dovrebbe essere sufficiente.

L’estate triestina non dura solo tre giorni come quella della belga della barzelletta.

Ma ciò non significa nemmeno che la burocrazia europea rischi di impigrirsi: da ottobre a marzo la forte bora rende piacevolmente vuote e pulite le vie della città.

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