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A Parola data: " le Famose Brave Ragazze"

Nel pieno della bagarre su di quale Procura della Repubblica sia la competenza ad indagare sulla vicenda Tarantini-Lavitola in merito alla presunta estorione ai danni di Silvio Berlusconi,ricordiamo le parole liquidatorie del nostro Premier su...

Nel pieno della bagarre su di quale Procura della Repubblica sia la competenza ad indagare sulla vicenda Tarantini-Lavitola in merito alla presunta estorione ai danni di Silvio Berlusconi,
ricordiamo le parole liquidatorie del nostro Premier su questa vicenda: "nessuno mi può giudicare per la mia condotta di vita privata", aggiungendo "io ho dato del danaro a Tarantini come atto di generosità vista la sua condizione di bisogno per poter mantenere il suo stile di
vita". Berlusconi, infatti, avrebbe dato a Gianpaolo Tarantini la modica cifra di ottocentomila euro nel giro di qualche mese tramite la sua fida segretaria personale Marinella Brambilla. Lo stesso sarebbe avvenuto a vantaggio di Valter Lavitola per sostenerne l'attività di editore de l'Avanti.
Atti di liberalità?
Le affermazioni del Premier in sé e per sé hanno più di qualche fondamento.
Al minimo si può sostenere che quel che avviene tra le propria mura domestiche o tra le lenzuola di casa è un fatto proprio e insindacabile.
Così come ognuno fa quel che vuole delle proprie cose a cominciare dal danaro.
Pena ogni ben che minimo fondamento di libertà personale.
In fin dei conti Silvio Berlusconi non è indagato, ma semplicemente - se semplicemente lo è - parte lesa del reato.
Ricordiamo difatti che l'imputazione a carico dei due citati è quella di aver estorto un fiume di danaro a Berlusconi ricattandolo per la copiosa mole di attività sessuale consumata o praticata con ragazze particolarmente avvenenti fornitegli.
Forse i due rischiano anche l'imputazione per tratta delle bionde da casa loro ai palazzi berlusconiani. Vedremo gli sviluppi prossimi venturi dell'inchiesta.

In ogni caso c'è un limite che certamente non può essere valicato: nessuno dovrebbe ricattare nessuno meno che meno il Capo del Governo italiano.

Ci sono dei comportamenti che fa male ammettere e forse è più facile sostenere che si sono fatti dei regali sotto forma di ingenti somme di denaro anziché dire come stanno le cose: ci si fa brutta figura.

Ora, resta il nodo della competenza in quando l'inchiesta sarebbe nata a Napoli, ma i reati sarebbero stati consumati (mai verbo fu più azzeccato) a Roma. Non solo, ma ci sarebbero precise interpretazioni su in che modo farsi raccontare da Mr B. come sono andate le cose, con o senza accompagnamento coatto (altro termine da borgata molto confacente) o se al limite basti una sua memoria scritta.

Diciamo che in buona sostanza si sta discutendo di questo.

Si può anche aggiungere che se si voleva distruggere la reputazione del Presidente del Consiglio dei Ministri ci si è riusciti benissimo.

Ma chi ci è riuscito?

Francamente mettiamo subito da parte i suoi avversari politici.

Bersani & co. (compagni?) non li vediamo in grado di fare macchinazioni di questo tipo che passano per centomila intercettazioni telefoniche. E poi hanno ben altre gatte da pelare in casa loro. La vicenda Penati potrebbe essere ben più dolorosa di quanto non cerchino di minimizzare. Comprensibilmente, ovvio.

Qualche Procura della Repubblica?

Certo, l'idea che qualche Sostituto Procuratore della Repubblica tenti il salto in politica per la notorietà e i meriti conseguiti sul campo cova sempre nella mente del lettore, ma non ci sembra di aver visto personaggi con levatura da statista.

A dire il vero in questo periodo latitano gli statisti stessi nel Parlamento italiano: non andremo a cercarli proprio nei Tribunali in nome della separazione dei Poteri. E poi i nostri magistrati sono impegnati nel mantenere l'ordine non a crearne di ulteriore.

Forse i giornali nemici di sempre del Cavaliere?

Certo, le redazioni giornalistiche devono per forza di cose creare dossier e fascicoli vari se vogliono pubblicare qualche inchiesta degna di questo nome per vendere migliaia di copie in più. Sinceramente - e per spirito di corpo - viene da dire che i (tele)giornali fanno solo il loro lavoro anche se con l'aiuto di qualche copista di atti giudiziari naturalmente forniti gratis e per amore disinteressato e votato alla causa della verità.

I nemici si annidano forse tra gli avversari interni al PDL o lo è qualche ex alleato?

Macchè. Buio completo, come andar di notte.

Chi manca, insomma, in questo elenco?

Le donne.

Sì, proprio le donne.

Da sempre un uomo di potere non ha problema alcuno a procurarsi compagnie femminili.

Perché?

Ma perché cadono ai suoi piedi, fascinoso o meno che sia. Le donne che vanno con un uomo così possono ottenere ciò che vogliono. Certo: se non ottengono poi si vendicano.

La vendetta maggiore nei confronti di un uomo è rovinargli la reputazione.

Silvio Berlusconi di soldi ne ha più che tutti noi messi assieme, perdere qualche miliardata lo fa sbadigliare, ma anche per lui la reputazione è e resta una sola.

Persa quella si resta da soli.

Magari ad Antigua.

Diciamo la verità: in tutta questa vicenda fatta di donne strabelle, attrici, suffraggette e ragazze varie la donna non ci fa una bella figura. Non sono proprio le figlie, le ragazze o le madri che vorremmo avere al nostro fianco. Ragazze che invece di puntare alla laurea si dedicano a soddisfare dei vecchietti. Non sono proprio le brave ragazze, quelle che vanno in Paradiso, ma quelle cattive che vanno dappertutto e a ogni prezzo, pur di farcela.

Silvio Berlusconi probabilmente presto uscirà dalla scena politica. Non ci dimenticheremo però tanto presto di lui che convivrà per anni con le sorti e i destini vari della Repubblica.

Ma le donne resteranno.

Che abbiano ragione gli islamici a coprirle con i burqa?

Simone Momianesi

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