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Speciale Duino-Aurisina

I Ricorrenti

Il bello dell'Italia è che cambia ogni 10 chilometri.Diciamo la verità, se guardiamo al bel Pese con gli occhi del campanilismo ci pare che uno di Duino non abbia molto in comune con uno di Muggia. Se poi confrontiamo Casale Monferrato con Casal...

Il bello dell'Italia è che cambia ogni 10 chilometri.
Diciamo la verità, se guardiamo al bel Pese con gli occhi del campanilismo ci pare che uno di Duino non abbia molto in comune con uno di Muggia.
Se poi confrontiamo Casale Monferrato con Casal di Principe capiamo quant'è lunga, varia e variegata l'Italia.
Queste diversità, che magari non piacciono ai più per i troppi contrasti sono a ben vedere, in realtà, ricchezza.
Certamente la Lega Nord - e forse anche qualche milione di abitanti del Nord Italia - sostiene che se il Sud fosse un altro stato o
un'altra cosa, la cosiddetta Padania (tradotto il Nord e il Centro Italia) sarebbe tra gli stati più ricchi del mondo.

C'è da credere a questa tesi perché ha più di qualche fondamento.
Tesi che sta in piedi a sentire più di qualche economista che sostiene, senza trovare troppe argomentazioni contrarie, come ogni intervento economico al Sud sia stato tempo, sforzi e soldi buttati.
I numeri, da sempre, possono dare il senso di una ricchezza, sono molto precisi e sono fatti per questo, ma non solo.
E, vogliamo dirla tutta? Gli italiani del Nord, specie se all'estero, si vergognano di quelli del Sud e dei luoghi comuni che li accompagnano; si fa spesso fatica a parlarsi tra italiani, come in certe famiglie tra fratelli. O cugini.

Che le Italie siano almeno due lo sanno benissimo quanti frequentano social networks come Facebook: nel momento in cui si va a fare la
registrazione e segnali che parli italiano, ti viene chiesto: Italian? Southern Italian?
Sono molto avanti su Facebook; molto avanti.

In questo periodo siamo in epoca di ricorrenze pesanti con numeri che
contano.
Il 17 di marzo celebreremo il 150° dell'Unità d'Italia.

Ora. E' la festa di tutti noi, una data simbolica, un momento di condivisione per tutti, per ricordare e per comprendere il senso e la responsabilità dell'essere cittadini italiani. Parole, interventi, mostre, celebrazioni; tanti tipi di eventi sono programmati, ma soprattutto il Governo, in una tumultuosa seduta della scorsa
settimana, ha stabilito con decreto che solo per quest'anno il 17 marzo sarà festa nazionale, con voto contrario della Lega però.

Reazioni? Un putiferio.
Se la Lega ha detto peste e corna, il PDL ha fatto quadrato attorno alGoverno. L'opposizione del PD?
La sinistra sembra quasi esserediventata per la prima volta un partito di patrioti, ringalluzzitaanche da un Roberto Benigni solitamente sfuggente ai temi focali della
politica con il suo accorato appello alla grandezza dell'Unità d'Italia.
Le parti sociali? Una palude. I sindacati hanno lamentato il non essere stati informati preventivamente, Confindustria ha detto che la giornata di festa toglierà ore di lavoro, ricchezza produttiva, un giorno di ferie ai dipendenti.
Non proprio un buon inizio e c'è voluta tutta l'autorevolezza del Presidente della Repubblica per sedare almeno apparentemente gli animi.

Qui da noi?
Trieste è riconosciuta e riconoscibile come la città più italiana d'Italia e ha già vissuto una sorta di anteprima lo scorso 24 di ottobre, ricorrenza dello storico abbraccio della Seconda Redenzione del 1954 con la Madrepatria. Senza molta gente tra il pubblico ad affollare le rive, per la verità.
A due passi da qui il segretario regionale della Lega Nord, Pietro Fontanini, però ha espresso tutte le sue perplessità sulla ricorrenza
del 17 di marzo.
< centocinquant'anni fa, ma più tardi; il 17 marzo è una data che qui danoi non significa nulla>> ha dichiarato in buona sostanza.

Vero.
I numeri però non rappresentano solo precisione, ma hanno anche una valenza simbolica.
Ci piacerebbe ricordare che forse la vera Unità d'Italia si è celebrata con l'ingresso di Gabriele D'Annunzio in Fiume.
Ora, che facciamo? Imbracciamo le armi e riscriviamo libri e calendari?

Teniamoci quel numero, non preciso, ma sufficientemente rappresentativo e facciamo festa. Se ne abbiamo voglia, ovviamente.

Simone Momianesi

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