rotate-mobile
Sport

Carrara, campione italiano trail: a Trieste per correre la "Corsa della Bora"

Intervista all'ultratrailer, vincitore della prima edizione di S1T

Il 6 gennaio a correre i 57km di S1Trail La Corsa della Bora ci sarà anche Luca Carrara, membro della Nazionale Italiana di Ultra Trail e del team MAMMUT. Toprunner nei primi posti sia del ranking Skyrunning, che nel ranking I-tra (848 pti), nel 2016 si è laureato Campione Italiano di Trail (FIDAL), vinto le Skyrunner Italy Series - ULTRA e partecipato con i colori della nostra nazionale ai Mondiali in Portogallo (Trail World Championships) chiudendo al 32° posto. Carrara ha anche vinto la prima edizione di S1Trail, lo scorso anno: ci racconta la sua esperienza, il suo rapporto con questo sport con qualche consiglio valido per tutti.

Come è iniziata la tua carriera da ultratrailer?

Corro da qualche anno, ma mi sono affacciato al mondo dell'Ultra Trail solo nel 2016. Credo che sia stata la volontà di provare qualcosa di nuovo che mi ha condotto in questo mondo.

Cosa ti appassiona di questo sport?

Anzitutto la libertà che permette di assaporare il correre nella natura. Anche se poi, è la genuinità e lo spirito dei partecipanti a fare la differenza. Il 2016 mi ha regalato molte soddisfazioni il cui valore non sarà però mai pari alla fortuna di aver incontrato persone e conosciuto amici che dureranno anche dopo le vittorie.

Come hai scoperto la Corsa della Bora?

L'anno scorso ero in cerca di una bella sfida con cui iniziare il 2016 e l'idea di partecipare alla prima edizione era decisamente accattivante. Le iscrizioni erano subito giunte al sold-out. Ringrazio Tommaso (ndr. Tommaso de Mottoni, presidente Sentierouno, l'associazione organizzatrice dell'evento) per aver trovato l'ultimo pettorale per permettermi di partecipare.

Hai vinto la prima edizione di S1T: raccontaci che esperienza è stata.

Un viaggio. E come in ogni viaggio si incontra di tutto, ci sono momenti difficili e passaggi esaltanti. Ho ancora negli occhi i passaggi in Val Rosandra e l'arrivo a PortoPiccolo. Al termine di una prima edizione ci sono sempre dei dettagli da aggiustare, ma complessivamente si tratta di dettagli. Mi sembra che l'organizzazione si sia mossa per rendere questa gara ancora più bella ed avvincente. Personalmente, ho apprezzato l'integrità degli organizzatori nell'applicazione del regolamento, in maniera indistinta per tutti, senza trattamenti di favore per i primi arrivati.

Quali credi siano i punti forti di questo evento?

Ci sono vari fattori interessanti: la collocazione temporale, le difficoltà imposte dal terreno e dal clima, il forte legame tra la corsa ed il territorio che rappresenta. In ultimo, direi, l'entusiasmo che dimostra nel cercare scelte innovative nel trail (S1 Dog, per esempio).

Un tuo consiglio a chi ha iniziato da poco ad affacciarsi a questo sport?

Anzitutto cercare di divertirsi e iniziare a conoscersi. Non esistono ricette predefinite altrimenti tutti si allenerebbero nello stesso modo e userebbero le stesse scarpe. E poi, lasciarsi trasportare dagli eventi. Personalmente vivo le gare come occasioni per vedere posti nuovi e conoscere persone.

Un errore da non fare sulle lunghe distanze via dall'asfalto, magari che hai imparato con l'esperienza?

Quando si parla di lunghe distanze, tenacia e concentrazione sono fondamentali. La gara è finita solo quando si passa la linea del traguardo e questo lo dico nel bene e nel male. Mi è capitato di perdere l'Ecotrail de Paris a 30mt dalla fine per una segnalazione errata e di vincere l'Ultra Trail del Mugello dopo una rincorsa durata 40km e concretizzatasi ad un solo km dalla finish line. Non bisogna mai mollare...

luca carrara s1 corsa bora-2

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Carrara, campione italiano trail: a Trieste per correre la "Corsa della Bora"

TriestePrima è in caricamento