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Triestina, Giocatori in Rivolta contro la Società, «ma Onoreremo la Maglia»

«La nostra stagione è stata da noi, fin ora, vissuta nell'incertezza» 3.4.14 | 8.10 - Un comunicato della Triestina, non sui canali ufficiali, ma sulla pagina Facebook di Denis Godeas, fa luce su quelli che sono gli umori dei giocatori. Questo...

«La nostra stagione è stata da noi, fin ora, vissuta nell'incertezza»

3.4.14 | 8.10 - Un comunicato della Triestina, non sui canali ufficiali, ma sulla pagina Facebook di Denis Godeas, fa luce su quelli che sono gli umori dei giocatori. Questo il testo completo.

Noi giocatori dell'Unione Triestina 2012, con questo comunicato, intendiamo fare chiarezza riguardo la nostra situazione, in relazione alle recenti notizie uscite su giornali, social network e trasmissioni televisive. Noi TUTTI, consapevoli dell'importanza della maglia che indossiamo e orgogliosi di rappresentare una città ed una tifoserìa blasonata come quella di Trieste, teniamo innanzitutto a tranquillizzare tutti coloro che ci seguono, comunicando che , nonostante quanto andremo a sottolineare, il nostro impegno per restanti allenamenti e partite sarà massimale proprio per il rispetto che abbiamo nei confronti dell'Unione.

La nostra stagione è stata da noi, fin ora, vissuta nell'incertezza. Di seguito i punti più importanti:

Rimborsi: i rimborsi pattuiti e depositati federalmente sono stati costantemente in ritardo. Ad oggi siamo fermi al mese di dicembre

Affitti alloggi: si sono verificati casi di mancato pagamento degli affitti con conseguenti lamentele e minacce di sfratto ai giocatori da parte degli affittuari. Mancati allacciamenti di gas, luce e acqua con conseguente impossibilità di fare la doccia ai bambini, poi fatta fare allo stadio. Un caso di chiusura allacciamenti causa mancato pagamento affitto con conseguente trasloco forzato. Mancato rispetto degli accordi pattuiti riguardo il posto letto (un ragazzo dorme in una brandina sistemata in cucina).

Vitto: sospensione per circa un mese dei pasti per gli aventi diritto per motivi ancora oscuri. Vista la lontananza del ristorante preposto all'erogazione del vitto dal campo di allenamento, i ragazzi più giovani si vedono costretti a provvedere al pranzo autonomamente e in mancanza dei rimborsi questo risulta difficile considerando anche il costo della benzina per raggiungerlo. La categoria, come probabilmente è giusto che sia, non offre ingaggi faraonici, quindi ovviamente tutti noi ci troviamo quotidianamente ad affrontare i problemi che tutti gli italiani affrontano in questo momento storico del paese.

L'impegno per difendere questi colori è diverso da quello necessario per una qualsiasi altra squadra dilettantistica. Giocare a Trieste significa allenarsi 5/6 volte la settimana (2 volte spesso al mattino), in pratica essere dei professionisti. Mentre altrove ci si puó facilmente permettere di affiancare all'impegno sportivo un'altra attività lavorativa, qui si fa calcio come lavoro (anche chi ci riesce adegua orari e impegni in funzione della Triestina) Per cui i ritardi e i problemi sopracitati non fanno che mettere costantemente in difficoltà noi e le nostre famiglie: i più giovani lontani da casa costretti ad arrangiarsi improvvisando spesso pasti e trasferimenti ai campi con conseguenti disagi. I più grandi con problemi legati ad affitti, mutui, rate, tasse da pagare, spese per mangiare, bollette e rate asilo per chi di noi è genitore. In aggiunta a tutto questo non possiamo dimenticare l'assurda decisione, poi revocata per imbarazzo, di dimezzare i rimborsi a 5 di noi creando loro ulteriori tensioni.

La squadra che ogni domenica difende i colori di questa città è composta ANCHE di persone disponibili, qualificate ed indispensabili quali allenatori e staff, magazzinieri, team manager, fisioterapisti, dottore e massaggiatore (viamente non vi è un ordine di importanza). Anche per loro, il trattamento economico non è stato dei più puntuali. Addirittura membri dello staff sanitario hanno dovuto anticipare di tasca propria x poter mettere a disposizione della squadra i medicinali indispensabili per l'attività. Il massaggiatore si trova in una situazione di arretrato di 5 rimborsi.

Avremmo potuto già da tempo mettere in luce questa situazione. Pensavamo di riuscire, insieme alla dirigenza, vecchia e nuova a risolvere questi problemi senza dover esternare nulla. Ma purtroppo quando sentiamo affermare che i problemi non sussistono o sono di scarsa entità, avvertiamo poco rispetto nei nostri confronti. Fino ad ora non abbiamo voluto nasconderci dietro a nessun alibi soprattutto quando i risultati prodotti non erano all'altezza della storia di questa squadra. Ora siamo vicini alla fine del campionato e i nostri timori aumentano quotidianamente. Dopo aver messo il bene dell'Alabarda davanti a tutto e a tutti pensiamo che un'ulteriore prosecuzione della pesante situazione debba autorizzarci a tutelarci nelle sedi opportune. Le nostre vite e le nostre famiglie meritano più rispetto. Nella speranza che tutto ció non accada e che le eventuali nostre azioni non rechino danno all'Unione Triestina ribadiamo ancora una volta che fino alla fine onoreremo con il sudore e l'impegno l'opportunità dataci di poter giocare per questa gloriosa squadra.

Foto di Matteo Nedok tratta dal sito www.unionetriestina2012.com

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