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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Wwf contro Promotur e Regione: «Altri 2 milioni per opere a perdere»

Nonostante Promotur continui a presentare bilanci in rosso, la Regione insiste nel finanziare progetti destinati a aumentarne il buco: l'ultimo è la nuova pista di Sella Nevea, già nota per il più esemplare caso di investimento fallimentare della montagna friulana

La notizia che la stagione sciistica di Promotur si chiude con un -15% di sciatori e una previsione di un bilancio ancora peggiore di quello 2013 ( che già aveva fatto registrare un buco da 2 milioni e mezzo di euro) non stupisce il WWF. «I dati Promotur - attacca l’associazione - non sono a tal punto costanti di anno in anno da non meritare più ulteriori analisi rispetto a quella che il WWF ha dedicato loro nell'ultimo decennio. Una cosa invece sì stupisce: che una giunta regionale nuova, nata in chiara opposizione a quella di Tondo, (degna continuatrice della giunta Illy), insista pervicacemente nel non aprire una riflessione approfondita sul destino del comparto sciistico (al quale si continua a voler tenere aggrappato il futuro della montagna), ed anzi insista nel finanziare opere a perdere».

È infatti passata sotto silenzio, perché infilata nella solita legge di manutenzione che ospita di tutto e di più, l'erogazione di quasi 2 milioni di euro per una nuova pista a Sella Nevea (pista di Pala Celar). «La storia di questo finanziamento - ricorda il WWF - è , di per sé, interessante: si tratta di denaro in un primo momento destinato al casello autostradale di Chiusaforte, troppo oneroso; poi al posteggio sotto il Canin, paesaggisticamente impraticabile; poi ancora alla seggiovia del Poviz, tecnicamente inattuabile: alla fin fine quei soldi, pubblici, che non si era riusciti a buttare via in altro modo, sono giunti sulle piste di Sella Nevea, cioè sul più esemplare caso di investimento fallimentare della montagna friulana, che in materia è un'esperta: un investimento fallimentare che ha avuto, dal suo sorgere in forma di speculazione immobiliare, la caratteristica di alimentare investimenti a catena, volti, ciascuno d'essi, al tentativo di arginare il fallimento dell'investimento appena precedente. E tutti convergenti nella devastazione dell'ambiente e del paesaggio».

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