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alternativa tricolore: trieste, ius soli: i problemi dei cittadini sono altri

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TriestePrima

Come se non bastasse l'incapacità di governare della “sinistra” renziana al governo, anche quella triestina con il supporto dei comunisti di SEL, invece di preoccuparsi dei problemi veri della città e dei suoi cittadini pensa ad introdurre un regolamento per il conferimento della cittadinanza civica ai figli degli immigrati della città di Trieste. Su segnalazione pervenuta al nostro servizio “dilloadalternativatricolore@gmail.com” si è saputo che di questa proposta di regolamento se ne è discusso addirittura in Prima Commissione Consiliare. Si vuole introdurre praticamente uno Ius soli "simbolico". Della serie, se un figlio di immigrati non può essere cittadino italiano intanto lo facciamo cittadino triestino. La volontà politica dell'ex ministro Kyenge che si traduce a livello locale. La proposta della sinistra triestina, purtroppo, continua a procedere nella direzione della svendita dei diritti dei cittadini perché lo Ius soli, seppure simbolico, applicato sulla questione cittadinanza, seppure civica, è un falso problema che questa maggioranza utilizza per mascherare la propria incapacità di amministrare. Si vuol far passare l'errato concetto che per favorire l'integrazione degli stranieri nel nostro Paese è necessario prevedere l'automatica concessione dello status di cittadino italiano. L'applicazione del principio dello Ius soli non farebbe altro che portare ad un aumento incontrollato dei flussi migratori di donne in stato di gravidanza verso il nostro Paese con il risultato di compromettere ulteriormente e gravemente il già precario equilibrio socio-culturale Italiano. È un principio fondamentale che la cittadinanza italiana si basa sul principio della discendenza per il quale è italiano il figlio nato da padre italiano e/o da madre italiana. Il principio dello Ius sanguinis che si basa sul sangue e sulla discendenza e non, invece, su un atto che non garantisce la volontà del richiedente e, quindi, l’adesione ai principi costituzionali del nostro Paese. È importante evidenziare che attualmente la maggior parte degli stati europei adotta lo Ius sanguinis, ad eccezione della Francia, e che il più importante paese per estensione territoriale che applica da sempre lo Ius soli sono gli USA, che hanno una tradizione molto diversa dalla nostra e dove non sono poche le tensioni sociali. La cittadinanza, quando non è acquisita per discendenza, deve essere un atto volontario. Non c’è nessuna volontà in qualcosa che viene dato meccanicamente e quindi inconsapevolmente.

Noi di Alternativa Tricolore riteniamo che per uscire dalla demagogia imperante di questa sinistra e dei suoi "amici" sarebbe molto più produttivo ed importante sviluppare un vero e proprio percorso virtuoso di “buona cittadinanza”, frutto di un congruo periodo di permanenza sul territorio e di una serie di azioni positive, che dimostrino la reale volontà di integrarsi e di aderire ai valori costituzionali del nostro Paese. Siamo convinti assertori che la cittadinanza deve rappresentare una scelta volontaria e solenne di grande rilievo, che deve essere collegata alla adeguata conoscenza della lingua italiana, della storia e della cultura alla base della nostra comunità. La cultura dei diritti senza doveri ha già fatto abbastanza danni al nostro Paese, ed è ora di correre ai ripari prima di arrivare a far saltare già i precari equilibri socio politici.

Quindi noi di Alternativa Tricolore chiediamo ai promotori di questa proposta di cittadinanza civica, per quanto simbolica, di fare un passo indietro prima di alterare in modo irreparabile equilibri già precari e di preoccuparsi invece dei problemi veri che sono quelli del lavoro, della giustizia sociale, della salute e della sicurezza.

Alternativa Tricolore

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