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Giovedì, 25 Aprile 2024
La cabinovia

Referendum contro l’ovovia: il comitato lancia il dossier "Le ragioni del no"

Un corposo approfondimento alla cui stesura hanno contribuito 12 esperti che servirà come base per un dibattito pubblico realmente informato

Il Comitato No Ovovia formula il dossier "Le ragioni del NO", che è stato presentato oggi alla stampa. Alla stesura hanno contribuito 12 esperti, componenti il comitato tecnico-scientifico del fronte del no - di diverse discipline: economia, giurisprudenza, tutela ambientale, geologia, ingegneria, trasporto pubblico e pianificazione urbana.

"Finora - afferma il Coordinatore del Comitato, William Starc -, le critiche presentate anche in modo documentato con elementi incontrovertibili sono state rifiutate e non si è dato ascolto a tutte le istanze presentate dalla società civile, anche nelle sue forme organizzate", spiegando che "saranno ben accolti ulteriori contributi di esperti e della cittadinanza, che potranno essere raccolti anche durante un momento di reale confronto e approfondimento che intendiamo organizzare presto".

Secondo l'analisi le giornate di vento, porteranno a un numero di giornate di fermo di 40-45 giorni all’anno, rispetto alle 30 previste nel progetto preliminare, a cui si sommano le 18 di manutenzione obbligatoria. Poi il tema dei costi, la cui analisi economica ha evidenziato la mancanza di un PEF (piano economico finanziario) organico per il periodo di esercizio, e come l’opera produrrebbe un deficit di 26,5 milioni di euro nell’arco del periodo di vita utile dell’infrastruttura, tutti a carico dell’ente pubblico. Cifra che potrebbe aumentare notevolmente: infatti, il gruppo di esperti ha eseguito una comparazione con gli altri impianti nel mondo, evidenziando come i conti dei passeggeri che dovrebbero utilizzare il mezzo sia stato enormemente sovrastimato dal progetto.

Si è poi toccato il tema dell'intervento sul Bosco Bovedo che, per i promotori, è in contrasto con il principio di “non arrecare significativo danno” previsto dai finanziamenti Pnrr. "Anche la mancanza dell’indagine geologica - spiega il Comitato -, che per legge si sarebbe dovuta eseguire già in fase preliminare è un punto ricorrente tra le preoccupazioni non solo dei residenti della zona ma anche dei geologi: il disboscamento, lungo tutto il tracciato boschivo della cabinovia, di una fascia pari ad una larghezza minima di 14.3 metri, potrebbe causare un vasto dissesto idrogeologico".

Da un punto di vista della mobilità urbana, l’analisi si concentra "sulla scarsa integrazione con il Trasporto Pubblico Locale (Tpl) e sul fatto che nell’analisi dei tempi di percorrenza “origine-destinazione” l’ovovia non è competitiva in termini di tempo con l’uso del tram e dei bus urbani".

Infine il deficit dell’inquadramento urbanistico, "dove il tratto da Barcola a Opicina è assente sia nel piano regolatore che nel piano delle opere, lacuna già molto dibattuta nelle ultime settimane, a cui si aggiunge l’inaccettabile assenza ad oggi di una discussione del progetto in sede di Consiglio comunale. Nella conclusione del documento, in modo propositivo, è stata inserita la controproposta delle associazioni, e cioè quella di una rete di tram-treno".

William Starc conclude dichiarando che “la presentazione del documento è solo una delle tappe del percorso del comitato che è iniziato con la raccolta delle quasi mille firme in meno di due ore. Attualmente siamo in attesa del giudizio della Commissione dei Garanti in merito all’ammissibilità del quesito del referendum per poter avviare la raccolta delle 12mila firme. È nostra intenzione portare il dossier di approfondimento direttamente a Roma all’attenzione del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, già sollecitato sul tema da un’interrogazione parlamentare di cui si attende risposta”.

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