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Giovedì, 28 Marzo 2024
La bufera

Dipiazza tira dritto: "Non devo chiedere scusa a nessuno"

Il primo cittadino tenta di chiudere la polemica che l'ha investito. A difesa di Daniela Rossetti interviene il segretario nazionale di Azione. Tra raffiche di post e delibere di giunta, la giornata di ieri ha segnato anche la richiesta, da parte di Adesso Trieste, delle dimissioni. Il sindaco: "I miei valori sono patria, famiglia, lavoro ed educazione"

La bufera mediatica che ha investito il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza non sembra avere la forza di produrre le pubbliche scuse da parte del suo protagonista. Nonostante nel centrodestra siano numerosi gl esponenti in disaccordo con le parole del primo cittadino (per non parlare delle cosiddette quote rosa), Dipiazza tira dritto per la sua strada e lo fa tra una inusuale e lunghissima raffica social e scambi al vetriolo in aula con l'opposizione. Nel Consiglio comunale di ieri la parte sinistra dell'aula ha chiesto al sindaco di scusarsi. "Io non devo chiedere scusa a nessuno" ha replicato Dipiazza, mandando su tutte le furie Famulari e compagni. Adesso Trieste ha chiesto le dimissioni del sindaco. "Ho difeso gli Alpini, i miei valori sono patria, famiglia, lavoro, l’educazione, il senso civico" così Dipiazza.  

"Gli altri parlano, noi facciamo"

Ma la bufera non tende a placarsi. Nella giornata di ieri era stato il segretario di Azione, Carlo Calenda, ad intervenire sulla vicenda. "Caro Roberto Dipiazza le donne non desiderano essere importunate. E chi importuna una donna è un maleducato, ignorante. Punto.Ps: “Donna ridicola” lo dica, se crede, ai suoi congiunti, non alla nostra coordinatrice Daniela Rossetti. Chiaro “Uomo cafone”?". Il sindaco aveva definito "ridicola" la coordinatrice locale di Azione, in uno scambio di commenti apparso sui social. Dopo le accuse di Francesco Russo e di buona parte dell'establishment del Partito democratico, Dipiazza non si è lasciato intimorire e ha rispolverato la giunta del "fare". Proprio ieri, infatti, il primo cittadino ha dato l'annuncio dell'inizio della demolizione della piscina Acquamarina, ridotta ad un rudere dopo il crollo del tetto. Passata la delibera e gli adempimenti burocratici, bisognerà mettere in moto le ruspe.  

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