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Triestini acquisiti

Dal Golden Gate a via San Michele, la storia di Nick: “Ho visto 50 paesi e ho scelto Trieste”

Un ingegnere civile in pensione nato in Inghilterra, poi trasferitosi prima negli Stati Uniti, quindi in Portogallo e infine nel capoluogo giuliano. Ha lavorato in diversi continenti, dall'occidente al terzo mondo. La sua storia conferma un trend in crescita: molti stranieri, spesso dopo l’età pensionabile, decidono di acquistare casa nella nostra città

Dopo aver curato progetti urbanistici dagli Stati Uniti alla Nigeria, dopo aver esplorato 53 paesi e abitato in una casa con vista sul Golden Gate a San Francisco, visita per caso Trieste e se ne innamora, fino a farne la sua casa. Ora, da sette anni abita in un appartamento in via San Michele. E’ la storia di Nick, ingegnere civile in pensione nato in Inghilterra, poi trasferitosi prima negli Stati Uniti, quindi in Portogallo e infine nel capoluogo giuliano. La sua storia conferma un trend in crescita, come confermato dagli esperti del settore immobiliare: molti stranieri, spesso dopo l’età pensionabile, decidono di acquistare casa nella nostra città, preferendola a molte altre. Non per affittarla a uso turistico, ma per viverci.

Un percorso di vita di certo fuori dal comune: cresciuto nelle campagne inglesi da una famiglia multiculturale (madre nata in India e padre in Birmania, entrambi inglesi), Nick ha costruito la sua carriera di ingegnere grazie a scelte coraggiose, prima tra tutte quella di trasferirsi negli Stati Uniti. Il primo di una serie di “traslochi”, in diverse fasi della vita, dalla gioventù alla maturità. Dopo un viaggio di piacere negli States decide di trasferirvisi con la moglie Caroline: “non è stato semplice - spiega Nick -, ho dovuto iniziare da capo, costruire la mia nuova carriera dal basso mettendomi alla prova e immergendomi nella cultura del posto. Scrivevo anche articoli per alcune riviste internazionali, a titolo gratuito”. 

Una storia condita da aneddoti coloriti, a partire dal periodo come insegnante in Iran in attesa della Green Card (“era il 1976, sono stato arrestato perché scambiato per una spia, ma sono stato subito rilasciato”), fino ai primi grandi progetti, principalmente nell’ambito delle infrastrutture: “il più interessante riguardava una diga in California, a 2300 metri d’altezza. Ci si poteva arrivare solo a cavallo, ci mettevo un paio d’ore”. Poi un anno sabbatico in giro per il mondo, dall’India alla Turchia, dal Marocco all’Egitto, fino ad approdare a Lisbona come nuova base per diversi anni.

Infine, l’incontro ‘fatale’ con Trieste, conosciuta per caso in un viaggio di piacere, e poi il trasferimento. Dal 2016 Nick abita nella nostra città, dopo il ritiro dalla professione di ingegnere si dedica alla scrittura di articoli (collabora stabilmente con il giornale locale in lingua inglese ‘In Trieste’), e insegna la sua lingua anche in altre città del Friuli Venezia Giulia: “Ho deciso di stabilirmi dove ho la maggior parte dei miei amici - spiega -, qui mi trovo bene perchè è una città multiculturale. Frequento persone di tutte le nazionalità ma anche molti triestini, che mi hanno accolto a braccia aperte”.

Ma cosa rende così affascinante Trieste, che nel 2021 è stata prima città in Italia per trasferimenti? “E’ una città dal potenziale straordinario - risponde Nick -, dove il mare è a pochi passi dal centro, nemmeno a Lisbona è così. Ogni città sul mare ha grandi possibilità di sviluppo ma Trieste è speciale, la stessa aria è salubre, da quando sono qui la mia salute è migliorata molto. Amo andare a fare escursioni e questo è il punto di partenza per visitare molte bellezze naturali”.

Ma quali sono le criticità di Trieste agli occhi di un ingegnere civile, che hanno ammirato così tante città? "Troppi supermercati - risponde - e parchi nelle zone sbagliate. Forse c'è, e c'è stata, una mancanza di creatività nelle strategie di sviluppo. E' come se ci fosse un po' di paura diffusa, magari non è un caso che ci siano così tante compagnie assicurative. Vorrei vedere più prati verdi nel centro di Trieste, più alberi, più parcheggi sotterranei, più fiori. Più enfasi nel favorire le imprese qui dove le persone spendono soldi a livello locale, pagano le tasse, affittano stanze. Non navi da crociera". “Però qui sto bene - conclude - non sento mai nostalgia di casa, vivo nel presente e cerco di reinventarmi continuamente. Non bisogna mai aver paura di cambiare vita, a qualunque età, è la lezione che ho voluto dare ai miei figli, abituati a viaggiare dal giorno in cui sono nati”.

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