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Giovedì, 28 Marzo 2024
Dalla filiera alla tazzina

Mille professioni e importanti opportunità di lavoro a Trieste: intervista a Franco Bazzara sul mondo 'sommerso' del caffè

Il caffè è un simbolo per i triestini, simbolo che dovrebbe essere pensato anche come importante opportunità occupazionale, di crescita, di sviluppo e conoscenza per la città di Trieste. Si parla di questo nell'intervista a Franco Bazzara

La città di Trieste ha da secoli un rapporto storico con il caffè. Famoso in tutto il mondo, il caffè triestino è sicuramente una bontà da scoprire e gustare in tutte le sue varie e numerose forme, ma ci siamo mai chiesti cosa si 'nasconde' dietro questo intenso momento di piacere? Tra le diverse sfumature non possiamo certo dimenticare il lavoro costante dei professionisti del settore che si impegnano ogni giorno per farci gustare quello che in qualche modo è diventato un momento simbolo della città, simbolo che potrebbe anche diventare per i giovani importante opportunità occupazionale, di crescita, di sviluppo e conoscenza.

A questo proposito pubblichiamo un'intervista fatta a Franco Bazzara: una vera e propria riflessione sul 'mondo sommerso' del caffè - così lui lo definisce - e le possibilità che questo mondo potrebbe offrire alla nostra città. Ecco quindi il contributo che Bazzara, azienda leader nel settore del caffè, ha voluto regalarci.

"Per chi beve semplicemente una tazzina di espresso al bar o acquista una miscela al supermercato, la filiera del caffè è probabilmente un universo sommerso. Tutto si concentra in quei pochi sorsi, e magari nella cortesia o meno del barista o nell’appeal o meno del packaging o della tazzina. Si riesce, forse, a malapena a intravedere qualche piccola parte di una catena lunga e piuttosto complessa. Noi addetti del settore, così appassionatamente immersi nel nostro lavoro, spessissimo non ci accorgiamo di essere pressoché invisibili per i consumatori".

I professionisti del caffè

"Eppure, quel nero elisir che rigenera e gratifica spirito, mente e palato, nasconde dietro di sé una miriade di professionisti, molti dei quali altamente specializzati. Si va dal coltivatore al raccoglitore, un’infinità di persone che mettono in campo competenze agricole e botaniche, si spaccano la schiena quotidianamente per noi consumatori di caffè e si prendono cura degli alberi che genereranno poi la drupa, contenente i nostri preziosi semi protetti dalla sua polpa. Arriva quindi il momento del pulitore e delle persone che selezionano con estrema cura i chicchi e li preparano al viaggio nei tipici sacchi di juta, tranne il mitico Jamaica Blue Mountain, messo dentro ai barili come all’epoca dei pirati, per affrontare l’oceano prima di arrivare qui da noi, a Trieste.

In queste fasi entrano in ballo gli spedizionieri, i broker, ovvero i mediatori finanziari e gli operatori di borsa che seguono varie transizioni commerciali, i crudisti, ma anche gli assicuratori triestini esperti di caffè, gli operatori marittimi e portuali, che si occupano tanto di burocrazia quanto di logistica, chi cura ulteriori selezioni e azioni di pulizia dei chicchi e coloro che classificano le varie tipologie di caffè. C’è poi chi avrà il compito di decaffeinizzarlo, ci sono il degustatore esperto che ne identifica le componenti aromatiche e il chimico che in laboratorio ne analizza la struttura. Esiste anche la figura del miscelatore, che dosa con equilibrio le blend di varie provenienze, che non sempre coincide con la più nota professione del torrefattore, che segue il delicato processo di tostatura e trasformazione dei chicchi, prima di affidarli a chi si occupa di macinarli e/o di preservarne l’integrità aromatica e la freschezza nel migliore dei modi. Arriviamo poi al fondamentale apporto di varie figure che curano la comunicazione, il marketing e le vendite, promuovendo le qualità dei diversi prodotti e occupandosi della distribuzione sul mercato.

Ci sono anche i 'maghi' del fondamentale processo di filtrazione dell’acqua e i designer che creano tazze e altri recipienti atti al consumo, gli ingegneri che progettano macchinari e dispositivi per estrarre la bevanda e chi si occupa di adattare la preparazione e il confezionamento del caffè a seconda della tipologia di consumo. Arriviamo quindi agli ultimi ma fondamentali anelli della catena, come il barista, che ha il cruciale compito di trasformare la nostra polvere bruna nel prodotto finale in tazzina e di coccolare il proprio cliente, o i moderni sommelier del caffè, i formatori certificati e i divulgatori che, attraverso fiere, libri, eventi e con il contatto quotidiano con i consumatori e gli addetti ai lavori, si occupano di consolidare e ampliare la cultura dei professionisti e del grande pubblico sul vasto universo caffeicolo.

Con questa carrellata che non vuole assolutamente essere esaustiva - anzi, avrò di certo dimenticato più di qualcuno, non me ne vogliano gli esclusi involontariamente - spero di aver almeno in parte spiegato a che cosa mi riferisco con 'mondo sommerso' ".

La filiera del caffè a Trieste

"Mi è successo spesso, con vari interlocutori, parlando della filiera del caffè, di notare delle espressioni piuttosto sorprese perché non avevano idea ci fossero tante figure coinvolte. Ebbene a Trieste, - continua Franco Bazzara - escludendo per ora ciò che riguarda la coltivazione delle piante e raccolta dei loro frutti - che al momento avviene nella fascia climatica equatoriale, a determinate altitudini, ma un domani non si sa, visti i cambiamenti climatici che già consentono di coltivare tè in Nord Italia… - tutte le altre professionalità che ho nominato sono ben rappresentate. A volte addirittura concentrate in poche persone che - come nel nostro fortunato caso - hanno ereditato un bagaglio straordinario di conoscenze pratiche e teoriche e svolgono diverse mansioni, specie se si tratta di piccole aziende a conduzione familiare".

Possibilità concrete per i giovani

"A Trieste - prosegue - abbiamo “in casa” un know how secolare e una serie di competenze settoriali da far invidia a qualsiasi città al mondo. E, soprattutto, ciascuna delle professionalità che ho elencato, rappresenta per i nostri giovani dei reali e concreti sbocchi lavorativi. Se queste cose non iniziamo a dirle e ridirle a tutti i nostri concittadini, a mio avviso rischiamo di perdere purtroppo numerose opportunità non solo occupazionali ma anche di crescita, di sviluppo, di conoscenza.

Diverse figure altamente specializzate sono molto richieste nel mondo del caffè e possono garantire un futuro appagante a tanti professionisti emergenti, magari ancora da formare. Se non ci occupiamo di questo, non ci stiamo occupando del futuro di un settore economico di assoluta eccellenza nell’agroalimentare non solo locale ma nazionale.

Dico spesso che da soli, senza consapevolezza e cultura condivisa nel proprio ambito professionale, non si può fare molta strada. Uno dei valori guida, davvero portanti nella nostra azienda, ma prima ancora nella nostra famiglia, è il 'fare rete', valore per il quale siamo molto conosciuti nel mercato caffeicolo italiano. In questo caso, mi piacerebbe se a fare rete sull’importanza e le prospettive, anche occupazionali, che offre il caffè a Trieste ci fossero non solo tutti gli operatori professionali, ma anche tutte le istituzioni e tutti i cittadini. E non solo triestini, anche dell’intera regione Friuli Venezia Giulia, perché il caffè crea un indotto di rilevanza strategica che non riguarda solo ed esclusivamente la capitale giuliana", conclude Franco Bazzara.

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(Nella foto la Bazzara Academy)

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