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Lo studio

Tassa di soggiorno a livelli pre Covid, ma a Trieste la strada è ancora lunga

A dirlo è la Fondazione Think Tank che ha analizzato i dati dal 2019 al 2021, con lo studio previsionale per l'anno in corso. Faticano tutte le città, mentre Lignano e Grado nei mesi estivi sono da primo e secondo posto

TRIESTE - I numeri della tassa di soggiorno in Fvg certificano la ripresa del turismo ma per quanto riguarda il suo capoluogo di regione i numeri del 2021 sono ben lontani da quelli del 2019. Senza considerare Lignano e Grado (dove il settore non lavora 12 mesi l'anno) ed alcune località di montagna come Sauris, è Trieste la realtà che in regione fa più fatica a tornare ai livelli pre pandemia. Effetto soprattutto di una difficoltà che tutte le città hanno vissuto, a discapito invece delle vacanze tra mare e monti. 

I numeri

A livello complessivo (negli undici comuni che hanno introdotto l'imposta) la tassa di soggiorno del 2021 vale circa quattro milioni e 200 mila euro, contro i due milioni e 700 mila euro del 2020, annus horribilis del turismo mondiale. Se gli analisi della fondazione Think Tank Nord Est stimano che il 2022 sarà l'anno della definitiva ripresa (si parla di circa quattro milioni e mezzo di introiti derivanti dall'imposta), è altrettanto vero che gli addetti ai lavori si dividono tra la sorpresa di un ritorno inaspettato delle presenze e previsioni molto caute. I numeri che TT ha diffuso provengono dai bilanci preventivi dei comuni e preannunciano il raggiungimento di un dato "di poco inferiore al 2019" scrivono. Ma secondo gli analisi i numeri potrebbero essere anche maggiori all'anno che ha preceduto l'inizio dell'era Covid. 

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Le previsioni

Guardando alle municipalità interessate, Lignano Sabbiadoro occupa il gradino più alto del podio (aveva fatto già molto bene nel 2021, superando addirittura il 2019) con una previsione di incasso di oltre due milioni di euro; Grado è argento con circa un milione di euro di potenziali incassi, mentre fa molta fatica a riprendersi la città di Trieste. "Gli accertamenti 2021 dell’imposta di soggiorno hanno superato di poco il milione di euro, un dato ancora molto inferiore al 2019 (-42,6%)" scrivono dalla Fondazione. L’incasso previsto nel 2022 è invece pari ad un milione e 110 mila euro.  Nel dettaglio, tra il 2019 e il 2021 mancano 755 mila euro nelle casse.

Il commento del presidente della Fondazione

In Friuli Venezia Giulia il turismo vale tra l'11 e il 12 per cento del prodotto interno lordo regionale. “La ripresa del settore turistico è fondamentale per l’economia del Friuli Venezia Giulia - così Antonio Simeoni, vice presidente della Fondazione Think Tank Nord Est - e può crescere ancora nei prossimi anni. L’imposta di soggiorno è importante per il rilancio degli investimenti pubblici e privati, nonché per la promozione delle località. La crescita del turismo passa anche attraverso la promozione di una realistica stagionalità allungata se non proprio di un turismo tutto l’anno, quale condizione imprescindibile per riuscire a reclutare il personale: è quindi strategico utilizzare il gettito dell’imposta di soggiorno per progetti in grado di intercettare le esigenze della domanda turistica, nella prospettiva di integrare l’offerta con nuove proposte di eventi e manifestazioni, distribuite soprattutto nei periodi di bassa stagione". 

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