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Alimentazione

Curcuma: benefici, controindicazioni e ricette sfiziose

La curcuma è apprezzata per il classico sapore piccante, l'aroma leggermente amarognolo e terroso e l'odore simile alla senape: ecco benefici, proprietà, controindicazioni e alcune ricette sfiziose

La curcuma è una pianta perenne, spontanea, appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae (la stessa dello zenzero e del cardamomo) e al Genere Curcuma. Conosciuta comunemente anche con il nome di zafferano d’India, può raggiungere il metro di altezza, ed è facilmente riconoscibile grazie alle sue foglie larghe e ai suoi fiori gialli.

La curcuma è apprezzata per il classico sapore piccante, l'aroma leggermente amarognolo e terroso e l'odore simile alla senape. La parte utilizzata della pianta, interessante dal punto di vista delle proprietà nutritive, è il così detto rizoma tuberizzato, ovvero la radice di forma cilindrica, di colore arancione e ricca di molecole nutrizionali di riserva.

Tipologie in commercio

In commercio la possiamo trovare in diverse forme:

  • rizoma, ossia la radice completa, che trova limitato utilizzo;
  • essiccata e polverizzata, forma di maggiore utilizzo;
  • olio essenziale, concentrato di principi attivi.

Per essere utilizzata in polvere come spezia, il rizoma deve essere fatto bollire per diverse ore, essiccare in forno e poi essere macinato, in modo da ottenere una polvere dal caratteristico colore giallo ocra che, oltre ad essere un ingrediente per diversi piatti, per lo più asiatici (il curry), può essere anche impiegata come colorante alimentare naturale (E100). Il rizoma può essere consumato fresco, per la preparazione di insalate, zuppe, sughi e salse. 

Come si usa

La curcuma si può utilizzare a crudo, aggiungendola solo a fine cottura così da evitare la dispersione dei principi nutritivi. La si può utilizzare aggiungendola alle insalate, allo yogurt, alle zuppe, agli stufati, alle vellutate, alle verdure, alle carni bianche, ai pesci e ai molluschi. Altra possibilità è la preparazione del cosiddetto golden milk, ovvero il latte d'oro, del quale esistono diverse varianti.

Si prepara utilizzando un cucchiaino di pasta di curcuma, latte di soia, vaccino, di riso, di mandorla, di avena, zenzero, miele. La pasta di curcuma la si ottiene riscaldando acqua in un pentolino e aggiungendo un pizzico di pepe nero e curcuma in polvere in modo da formare un composto granuloso che può essere conservato in frigo anche fino ad un mese. Si può preparare anche l'olio aromatizzato alla curcuma mettendo qualche cucchiaino di polvere in olio extravergine di oliva con l'aggiunta di un pizzico di pepe nero. L'aggiunta del pepe nero e dell'olio d'oliva aiuta ad assimilare la curcumina potenziandone i benefici.

Benefici

Ecco i benefici della curcuma:

  • aumento della produzione di bile e la sua immissione nell'intestino per favorire la digestione dei grassi;
  • proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e antiossidanti.

Alcuni studi sembrano indicare che possa avere un ruolo protettivo a livello cardiovascolare, favorendo la fluidificazione del sangue, migliorando la circolazione e regolarizzando i valori del colesterolo. Sembra inoltre avere potere cicatrizzante, regolatore della produzione di sebo e lenitivo ed è ampiamente utilizzata nei cosmetici. Altri studi suggeriscono che il consumo di curcuma possa aiutare al miglioramento della memoria e più in generale della funzionalità del sistema nervoso e svolgere un'azione antidepressiva.

La curcuma, come tanti altri alimenti, contiene sostanze potenzialmente benefiche per l'organismo ma la quantità che può essere introdotta con il cibo è molto piccola e ben lontana dalle quantità di principio attivo utilizzate negli studi scientifici. Infine, va ricordato che alla curcuma sono attribuiti effetti, quali la capacità di “bruciare i grassi” e di favorire il dimagrimento, senza che siano presenti studi scientifici che dimostrino la sua capacità di mobilizzare i grassi di deposito.

Possibili controindicazioni

Ci sono casi in cui l'utilizzo della curcuma è sconsigliato. Per il suo effetto coleretico e colagogo, che comporta una maggiore attività del fegato nella produzione di bile, è da evitare in tutte le persone che soffrono di calcoli biliari. Un'attenta supervisione medica durante l'assunzione di curcumina è necessaria nelle persone con reflusso gastroesofageo o ulcera peptica (dello stomaco o del duodeno), data la potenziale azione irritante nei confronti della mucosa gastrica esercitata, in generale, da tutte le spezie. L'uso di curcumina dovrebbe essere evitato, data l'assenza di studi a riguardo, durante la gravidanza e nel successivo periodo di allattamento al seno.

(Tratto integralmente da: Istituto Superiore di Sanità - www.isssalute.it)

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