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Digiuno intermittente: controindicazioni e effetti collaterali della dieta diventata trend

Questa dieta innovativa e popolare è molto amata perché facile da seguire, non richiedendo alimenti particolari da assumere o app specifiche da scaricare. Ma è davvero priva di rischi?

Amato e seguito da sempre più persone, il digiuno intermittente è uno schema dietetico molto popolare, tanto da essere uno degli argomenti che ha generato più conversazioni e “cinguettii” su Twitter durante tutto il 2021. Ma non solo. Sono anni, infatti, che il digiuno intermittente è al centro di accesi dibattiti che interessano il mondo scientifico.

Questa dieta innovativa e popolare, infatti, è molto amata perché facile da seguire, non richiedendo alimenti particolari da assumere o app specifiche, ma è davvero priva di rischi?

Digiuno intermittente: come funziona e i benefici

Il digiuno intermittente è uno schema dietetico basato su periodi di restrizione calorica alternati a periodi di normale assunzione di cibo, su base ricorrente. 

I principali benefici che derivano dal digiuno intermittente interessano la regolazione del glucosio nel sangue, con un miglioramento dei livelli di trigliceridi e colesterolo, i livelli della pressione sanguigna e la frequenza cardiaca a riposo. Inoltre, sembra che seguire il digiuno intermittente possa aiutare a ridurre l'aumento di radicali liberi e riesca a ritardare l'insorgenza di malattie quali ictus, demenza e morbo di Parkinson.

Il digiuno intermittente fa dimagrire?

Abbiamo visto quindi quali sono i principali benefici che derivano dal seguire questo schema dietetico. Ma il digiuno intermittente, quindi, fa dimagrire? La risposta è ni.

Più che per perdere peso, infatti, il deficit calorico che deriva dal digiuno intermittente può stimolare il metabolismo, cosa che fa dimagrire solo se associata a alimentazione sana e varia e a una corretta attività fisica. Alcuni studi, tra cui quello condotto da un team dell’Università della California San Francisco (UCSF), sono inoltre arrivati alla conclusione che il digiuno intermittente fa dimagrire esattamente come una qualsiasi altra dieta che preveda una riduzione delle calorie giornaliere e del loro consumo in orari non specificati ma, di contro, può portare a una maggiore perdita muscolare. Proprio per questo, chi segue il digiuno intermittente potrebbe aver bisogno di fare più attività fisica per mantenere la massa muscolare.

Digiuno intermittente: controindicazioni ed effetti collaterali

Ma non è finita qui. Perché se è vero che il digiuno intermittente comporta diversi benefici, in particolare legati alla regolazione del glucosio nel sangue e ai livelli della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca, è anche vero che se protratto nel tempo, il digiuno prolungato e ripetuto può comportare seri danni all'organismo. La presenza di una malattia concomitante, inoltre, può rappresentare un ulteriore fattore di rischio.

Come affermato dall’ISS - Istituto superiore di sanità – “quando si parla di riduzione del numero delle calorie (restrizione calorica) e, soprattutto, di digiuno, è bene ricordare che gli effetti sulla salute possono essere imprevedibili e in alcuni casi pericolosi. Per questo motivo, è importante evitare di cambiare radicalmente le proprie abitudini alimentari senza il parere del medico o di un esperto del settore”.

Solitamente infatti, quando è un professionista a seguirci è difficile che si manifestino altri problemi oltre, ovviamente, al frequente senso di fame. D’altro canto, se si ricorre al digiuno intermittente “fai da te” si può incorrere in disturbi quali irritabilità, rabbia, difficoltà di concentrazione, mal di testa, fatica, colpi di sonno, riduzione delle prestazioni fisiche e mentali, disidratazione e insonnia

Alcune situazioni, inoltre, sono più a rischio di altre. Se si tanno assumendo farmaci e in presenza di malattia è particolarmente importante evitare di ricorre a regimi alimentari fai da te e improvvisati. Infine, qualsiasi forma di digiuno intermittente è assolutamente da evitare nei bambini, negli adolescenti, nelle donne in gravidanza o in allattamento e in tutti i casi di disturbo del comportamento alimentare.

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