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Casa in affitto: a chi spetta e come funziona il rimborso Irpef

Un’agevolazione che consente di detrarre dalle tasse una parte del canone di locazione. Scopriamo come funziona e chi può usufruire del rimborso Irpef

Tutti i giovani e le famiglie con basso reddito che vivono in una casa in affitto hanno diritto a detrarre dalle tasse una parte del canone di locazione e la detrazione può trasformarsi, per molti, in un rimborso Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche). Di cosa si tratta? Scopriamolo nel dettaglio.

Normativa

La  locazione degli immobili da destinare ad uso abitativo (come abitazione principale) è regolata dalla Legge 431 del 1998 e prevede diverse tipologie di contratti:

  • liberi, detti anche "4+4";

  • concordati o convenzionali, detti anche "3+2";

  • transitori, ovvero quelli stipulati in genere dagli studenti universitari o da chi si trasferisce per un tempo limitato in un'altra città per lavoro o altre esigenze.

L'ammontare della detrazione varia in base al tipo di contratto che regola la locazione, dipende dal reddito complessivo dell'inquilino e dalla durata complessiva della locazione.

Contratto libero

In caso di contratto libero la detrazione d'imposta, in base al reddito complessivo dell'inquilino, ammonta a:

  • 300,00 euro, quando il reddito complessivo non è maggiore di 15.493,71 euro;

  • 150,00 euro, quando il reddito complessivo supera i 15.493,71 euro ed è inferiore a 30.987,41 euro;

  • 0,00 euro, quando il reddito complessivo è superiore a 30.987,41 euro.

La detrazione dipende, oltre che dal reddito complessivo dell'inquilino, anche da quanto tempo la casa affittata è stata utilizzata come abitazione principale.

Contratto concordato

In caso di contratto concordato, la detrazione d'imposta, in base al reddito complessivo dell'inquilino, è pari a:

  • 495,80 euro quando il reddito complessivo non è maggiore di 15.493,71 euro;

  • 247,90 euro quando il reddito complessivo supera i 15.493,71 euro ed è inferiore a 30.987,41 euro;

  • 0,00 euro quando il reddito complessivo supera i 30.987,41.

Come per i contratti liberi anche per quelli convenzionali la detrazione è commisurata al periodo in cui l'immobile locato è stato utilizzato dall'inquilino come abitazione principale.

Lavoratori dipendenti che si trasferiscono per motivi di lavoro

Se per motivi di lavoro un dipendente trasferisce la propria residenza e prende in affitto un immobile in cui abitare (abitazione principale) nel comune in cui si trova il luogo di lavoro (un comune che dista almeno 100 Km dal precedente comune di residenza oppure situato in un'altra Regione), per ognuno dei primi 3 anni (a decorrere dal 01.01) dalla data di trasferimento della residenza, il lavoratore ha diritto ad una detrazione pari a:

  • 991,60 euro quando il reddito complessivo non è maggiore di 15.493,71 euro;

  • 495,80 euro quando il reddito complessivo è maggiore di 15.493,71 euro ma non supera i 30.987,41 euro.

Giovani inquilini

I giovani inquilini, con un'età tra i 20 e i 30 anni e un reddito che non supera i 15.493,71 euro, se hanno preso in locazione l'abitazione principale stipulando un contratto ai sensi della Legge 431/1998 e l'immobile locato non è lo stesso in cui abitano i genitori (o tutori), per i primi 3 anni hanno diritto a una detrazione pari a 991,60 euro. La detrazione è commisurata al periodo dell'anno durante il quale la casa locata è adibita ad abitazione principale. Se il contratto di locazione è cointestato a più conduttori, la detrazione deve essere ripartita.

Universitari fuori sede

La legge consente una detrazione Irpef del 19% per i canoni pagati fino all'importo massimo di 2.633 euro (dunque detrazione massima = 236,97 euro) derivanti da:

  • contratti di locazione;

  • contratti di ospitalità;

  • atti di assegnazione in godimento o locazione stipulati con università, collegi universitari legalmente riconosciuti, enti per il diritto allo studio, enti senza fini di lucro e cooperative.

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