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Bonus 110%, Confapi Fvg: "Le nuove restrizioni rischiano di bloccare il comparto edile"

Le nuove regole prevedono che in caso di cessione del credito, colui che lo riceve non potrà cederlo ulteriormente. In pratica quindi non saranno più ammesse cessioni dei crediti successive alla prima. Il Presidente dell'associazione Massimo Paniccia: "Stretta per scongiurare comportamenti fraudolenti ma rischia di lasciare senza liquidità le imprese virtuose"

"Le nuove restrizioni alla cessione del bonus 110% e degli altri crediti edilizi rischiano di bloccare non solo i lavori in corso, ma anche quelli futuri. La nuova stretta è stata adottata per scongiurare comportamenti fraudolenti ma rischia di lasciare senza liquidità le imprese virtuose". È il parere del Presidente di Confapi Fvg Massimo Paniccia per le limitazioni previste dal decreto 'Sostegni – ter'. Le nuove regole prevedono che in caso di cessione del credito, colui che lo riceve non potrà cederlo ulteriormente e, allo stesso modo, i fornitori che praticano lo sconto in fattura, potranno cederlo ad altri soggetti (banche, Poste o finanziarie), ma questi ultimi non potranno cederlo a loro volta. In pratica quindi non saranno più ammesse cessioni dei crediti successive alla prima.

Il decreto

Il decreto prevede che le nuove regole entreranno in vigore il 7 febbraio 2022, mentre i crediti ceduti prima, potranno essere oggetto di un’ulteriore sola cessione. Le nuove restrizioni, secondo Paniccia, "impediranno quindi a banche, Poste e altri intermediari finanziari di cedere i crediti acquisiti dai privati e dalle imprese con il rischio che una volta raggiunto il plafond per la compensazione interna, non accettino più pratiche di questo tipo, bloccando conseguentemente l’intero comparto. Analogamente le imprese, che attualmente hanno acquisito importanti lavori con crediti d’imposta significativi, si troveranno nell’impossibilità di monetizzarli".

Possibili impatti negativi

Per Massimo Paniccia “i bonus edilizi hanno dato un forte impulso al settore edilizio, che rappresenta un motore vigoroso per il rilancio e la crescita del Paese. L’eccesso di modifiche sulla materia e le limitazioni imposte alla circolazione dei crediti, avranno impatti negativi per imprese e contribuenti vanificando ogni tipo di programmazione di lavori e investimenti. Si rischia inoltre di precludere il sistema dello sconto in fattura e di gravare gli operatori da oneri e costi derivanti dalle rescissioni contrattuali e dai contenziosi che inevitabilmente matureranno. Le frodi, come le distorsioni del mercato non vanno contrastate con provvedimenti indiscriminati che penalizzano un intero settore, rappresentato da imprese che operano muovendo da sani principi di legalità e rispetto delle norme". La richiesta di Confapi al Governo è stata quindi quella di stralciare la modifica al sistema di cessione del credito inserendo norme che impediscano le frodi e gli abusi ma non di lavorare.

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