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Cronaca

Il 25 aprile alla Risiera celebra la Resistenza: "Simbolo di tutta la Nazione"

La consueta cerimonia si è svolta nel rispetto della normativa anti CoViD-19. Fuori dalla Risiera decine di persone, tra sindacati e associazioni culturali e di volontariato

La lotta al CoViD-19 rappresenta una "nuova forma di resistenza" capace di unire gli uomini e le donne d'Italia come riuscì a fare la lotta al nazifascismo. In occasione della cerimonia del 25 aprile svoltasi all'interno della Risiera di San Sabba, la condivisione dei valori antifascisti ed il desiderio di pacificazione ha trovato conferma nella decisione del Comune di Trieste di aprire il microfono, per la prima volta nella storia, al rappresentante delle associazioni di partigiani e deportati. 

Aperta dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, la cerimonia senza pubblico ha visto la partecipazione del prefetto Valerio Valenti, dei vertici della Regione Fvg, delle sindache e sindaci dei comuni della provincia giuliana e di numerosi rappresentanti delle comunità religiose, oltre alle istituzioni militari e politiche. "La festa della Liberazione non è la bandiera di una fazione - così il primo cittadino del capoluogo regionale- è un simbolo perché patrimonio della Nazione tutta". All'insegna del superamento delle "differenze e nel riconoscimento delle reciproche sofferenze", la cerimonia ha visto anche l'intervento, in rappresentanza degli altri comuni, di Monica Hrovatin, sindaca di Sgonico. "Abbiamo ricevuto dai combattenti l'uguaglianza, la giustizia e la libertà, essi rappresentano il faro per entrare in un porto sicuro e ripartire per un domani migliore". 

C'era grande attesa per il discorso di Fabio Vallon, presidente dell'Anpi provinciale e chiamato per la prima volta ad intervenire alla cerimonia. Durante la Seconda guerra mondiale "c'erano idee giuste, quelle degli antifascisti, e le idee sbagliate, quelle dei fascisti e dei nazisti" così il numero uno dell'associazione partigiani. I valori della lotta al nazifascismo, ha ricordato Vallon, "vengono oggi messi in discussione da chi vuole riproporre nemici a cui addossare tutte le colpe, nuove forme di discriminazione, di odio e di esclusione. Per questo è necessario ricordare oggi la Resistenza". 

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