3mila euro pagati alla frontiera per non combattere e fuggire dall'Ucraina
Un tempo la corruzione in dogana si effettuava per il contrabbando di beni di consumo. Ora per avere salva la vita
“Traditia”. Letteralmente “tradizione”. E’ in questo modo che gli abitanti rumeni e ucraini del Maramures – regione storica che si divide tra il sud ovest dell’Ucraina e il nord ovest della Romania – sono soliti chiamare il tributo dovuto alla polizia di frontiera per portare qualcosa da una parte all’altra del confine. Un tempo la tassa illegale era legata a beni di consumo – per tanti anni le sigarette l’hanno fatta da protagoniste –. Ora, al tempo del conflitto scatenato dalla Russia di Vladimir Putin, è il turno degli esseri umani. Non donne e bambini, autorizzati a lasciare il loro Paese per fuggire dalla guerra che impazza, ma maschi adulti tra i 18 e i 60 anni. Quelli che non potrebbero andarsene, perché obbligati a combattere per salvare la patria.
Il costo di fuggire
“Si spende una cifra tra i 2000 e i 3000 euro” ci raccontano alla frontiera di Sighetu Marmatiei, cittadina da poco più di 40mila anime, nelle prime due settimane dall’inizio delle ostilità diventata uno dei valichi più frequentati per scappare verso un futuro lontano da casa. Come ci si mette d’accordo? “Non servono tante chiacchiere – ci spiega il nostro interlocutore –, da queste parti siamo abituati a questo genere di trattativa. Funzionava così ai tempi dell’Unione Sovietica, l’usanza è proseguita dopo l’indipendenza dell’Ucraina e va avanti ancora in questo momento di confusione. Anzi, visto che il bisogno diventa quello di tutelare la propria vita i prezzi, naturalmente, adesso si sono alzati”.
I numeri della fuga
Il flusso di maschi “in età” non è copioso, ma significativo. In un’ora di funzionamento a regime della frontiera possono transitare da una parte all’altra tra le 100 e le 200 persone. In tutta la giornata più o meno 2000, considerando che le ore buone solo quelle soleggiate. La sera fa troppo freddo per muoversi visto che le temperature vanno sotto lo zero di almeno 10 gradi. I potenziali soldati che abbiamo contato in 60 minuti circa erano una decina. Quindi tra il 5 e il 10 per cento di tutti quelli che passano. Come si fa a giustificarne così tanti? “La maggior parte dice di essere un medico – ci spiegano –. I dottori possono espatriare senza limitazioni”.