rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

In 500 alla marcia per gli immigrati, Don Vatta: «Il futuro è l'accoglienza» (FOTO - VIDEO)

Circa 500 persone hanno partecipato nel pomeriggio alla "Marcia delle donne e degli uomini scalzi". Tra i presenti la vicesindaca Fabiana Martini e l'assessore Treu entrambi scalzi. Momenti di tensione sotto la sede della Lega Nord

Circa 500 persone hanno partecipato nel pomeriggio alla “Marcia delle donne e degli uomini scalzi” organizzata a favore di politiche improntate all’accoglienza ed al rispetto dell’essere umano. Diverse le adesioni arrivate da partiti e movimenti tra i quali ACCRI, ARCI, I.C.S. Mosaico, Senza Confini Brez Meja, Consulta degli Immigrati, SEL, lista Tsipras, Rifondazione Comunista, CGIL, Comitato Danilo Dolci, Centro delle culture, Salaam Ragazzi dell'Olivo Comitato di Trieste. Una cinquantina in totale le persone che hanno marciato scalze.

Partiti attorno alle 17.00 dall’ex silos, luogo diventato simbolo in questo periodo per tutto ciò che concerne la questione immigrazione, il lungo serpentone si è snodato lungo le vie del centro, passando da via Ghega e via Roma, arrivando poi in piazza della Borsa ed infine in piazza Unità sotto la Prefettura. Diversi gli esponenti politici presenti del PD, Sel, Rifondazione e Comunisti italiano, e associazioni quali Emergency, presente in corteo con un proprio striscione di riconoscimento. Tra le bandiere, anche quella simbolica della pace.

Non è mancato anche un momento in tensione, come quando sotto la sede della Lega Nord in via Roma un gruppo di partecipanti ha intonato cori “Siamo tutti antirazzisti”, chiaramente rivolto agli esponenti della Lega.

11set2015.Marcia delle donne e degli uomini scalzi (Foto Luca Marsi)

Tra i presenti Don Mario Vatta della Comunità di San Martino al Campo che ci riferisce «la notevole partecipazione non mi ha particolarmente sorpreso. Mi sembra giusto e doveroso manifestare, è importante dire, alzare la voce, un invito a renderci conto che questo mondo sta cambiando, che c’è molta gente che soffre. Questi ragazzi che arrivano sono il nostro futuro che si va a compenetrare con il futuro proprio di questi ragazzi che stanno arrivando a terre martoriate da guerre».

«Il problema del razzismo – conclude Don Vatta -  è un po’ egualmente diffuso ovunque, non è una peculiarità tutto triestina. In città probabilmente esso è meno violento ma più qualunquista, è un ragionare anziano proprio per via dell’età media dei triestini. Per combattere il razzismo bisogna spiegare, testimoniare, avere la pazienza di insegnare a tutti, grandi e piccini e avere grande pazienza perché le cose cambieranno, non dall’oggi al domani, ma è un fatto certo. Bisogna avere molta fiducia come l’hanno tuti questi giovani che arrivano dall’Est piuttosto che dall’Africa perché credono, che noi possiamo preparare per loro un presente ed un futuro migliore per loro rispetto a quello che potrebbero avere nelle loro terre d’origine».

Anche qualche esponente della Giunta comunale presente al corte come l’assessore alle finanze Treu e la vice-sindaca Fabiana Martini, entrambi i ncoreo scalzi, che afferma «è importante la partecipazione in queste iniziative che possono apparire simboliche perché servono per ribadire da che parte si sta e che i diritti umani devono avere la propria e la precedenza su tutto. Queste persone che arrivano nella nostra città sono uomini e donne prima di tutto, quindi persone con diritti e noi abbiamo il dovere etico, morale e umano di accoglierli».

«In generale ho come l'impressione chestia venendo una piccola quasi impercettibile inversione di mentalità. Bisogna avere molta pazienza e rendersi conto che questo è un processo inarrestabile che quindi va affrontata. Voglio pensare che la crescita dell’attenzione dei diritti umani stia prendendo piede nelle coscienze sempre con maggiore forza e spero anche in questa città e già lo vedo in diversi particolari. C’è, doveroso dirlo, molta paura, talvolta anche strumentalizzata e esasperata anche talvolta da come vengono date le notizie anche dai media su come danno le notizia. Si vanno a punzecchiare le possibili paure, che in momenti di crisi e di instabilità come quello che stiamo vivendo, sono più forti che in altri momenti. Nostro dovere è quello di rassicurare i cittadini».

«Inoltre - conclude Martini -  le Forze dell’Ordine ce lo dicono e ce lo confermano continuamente che in città non ci sono problemi di sicurezza in quanto queste persone non hanno mai dato particolari problemi, non più di quanti ne danno i triestini».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

In 500 alla marcia per gli immigrati, Don Vatta: «Il futuro è l'accoglienza» (FOTO - VIDEO)

TriestePrima è in caricamento