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Cronaca

Biotestamento e fine vita: a Trieste depositate oltre 900 DAT

Le Disposizioni Anticipate di Trattamento permettono di scegliere in anticipo il proprio trattamento sanitario in caso di situazioni di estrema gravità. Con un provvedimento a firma del ministro della Salute Roberto Speranza, d'ora in poi le DAT saranno raccolte in una banca dati nazionale

Sono circa 950 i Triestini che hanno deciso di consegnare al Comune le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) e di sfruttare la possibilità di scegliere in anticipo il proprio trattamento sanitario in caso di situazioni di estrema gravità. Si parla, in particolare, dell'eventualità in cui la persona si ritrovi impossibilitata a decidere della propria vita e ad esprimere questa scelta. Con un provvedimento a firma del ministro della Salute Roberto Speranza, d'ora in poi le DAT saranno raccolte in una banca dati nazionale, a cui tutti i Comuni dovranno ora trasferire le volontà dei cittadini, comunicate per tempo in forma cartacea (qui le istruzioni sul sito del Comune).

Delle 950 DAT depositate a Trieste (secondo i dati forniti dall'ufficio comunale competente), circa 150 risalgono a un periodo compreso tra il 2014 e il 31 gennaio del 2018, data di entrata in vigore della legge sul biotestamento, le restanti 800 sono successive a questa data. Questa legge rende di fatto applicabili le DAT, di cui i medici dovranno tenere conto in accordo con una persona di fiducia nominata dall'interessato (che dev'essere maggiorenne e capace d'intere e volere). 

In generale nel FVG il numero di DAT supera la media nazionale. Tra i 20 comuni con meno DAT depositate (in rapporto alla popolazione), 3 sono in Sicilia, 3 nel Lazio, 3 in Calabria e 3 in Lombardia. Guidano la classifica: Pesaro, Matera e Varese. In coda: Trapani, L’Aquila e Roma.

L'associazione Luca Coscioni, impegnata da anni sul tema, dichiara che il provvedimento arriva "dopo 17 mesi di violazione della legge da parte del Ministero della Salute. Ora siamo lieti di poter ringraziare il ministro Speranza per la firma del decreto", specificando che "ora le DAT depositate presso i Comuni o i notai saranno finalmente immediatamente consultabili dai medici in caso di bisogno, in qualsiasi struttura sanitaria del territorio nazionale".

Secondo l'avvocato Giovanna Augusta de'Manzano, che a Trieste si è fatta portavoce di una campagna di sensibilizzazione in merito alle DAT, "il sistema, ora, non si reggerà più solo intorno alla figura del fiduciario, garante lui in primis di indicare ai medici addirittura l'esistenza stessa delle DAT. Fino ad oggi questi documenti erano solo cartacei e conservati, oltre che dal fiduciario stesso, dal Comune di residenza dell'interessato o presso il notaio prescelto".

"Se un paziente ha intenzione di sospendere le cure e ciò gli provocherà la morte - dichiara l'avvocato -, con la legge 219/17 deve ora essere accompagnato in tale scelta dalla struttura sanitaria e non abbandonato a sè stesso. La legge sul bio-testamento è per noi una rivoluzione culturale: ci si riappropria finalmente del proprio corpo e si decide, ora per allora, per esso".

Esclusa dalla legge, spiega ancora de'Manzano, l'obiezione di coscienza da parte dei medici sul tema del fine vita, "istituto ancora esistente in Italia in caso in interruzione della gravidanza e che inficia di fatto l'applicazione della legge, rendendo l'accesso alle cure quasi impossibile in alcune Regioni. Se le strutture sanitarie non si adeguano al più presto alla nuova mentalità che la legge ci impone, avremo come risultato, anche in questo caso, un turismo sanitario che andrà a rimpinguare Stati esteri e che non ci fa onore". L'avvocato de'Manzano è attualmente impegnata in una battaglia legale nei confronti dell'ASUITS, "azienda che ha negato l'interruzione delle cure a mio padre - spiega -, nonostante l'espressa autorizzazione del Giudice Tutelare a interromperle". 

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