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Cronaca

Allegato VIII, il convegno sul Porto mette d'accordo la politica locale

Il Convegno "Il futuro di Trieste passa per il porto 3.0" organizzato dal Clpt mette tutti d'accordo: "Lavorare uniti". Presenti i candidati sindaco Richetti, Russo, Dipiazza e Laterza

Sull'applicazione dell'Allegato VIII, quale opportunità indispesabile per il rilancio dell'economia del territorio, la politica locale è d'accordo. Questo quanto emerso ieri nel corso del Convegno "Il futuro di Trieste passa per il porto 3.0" organizzato dal Clpt. Sulla stessa linea sono stati anche il rappresentante degli spedizionieri Stefano Visintini e il Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale Zeno D'Agostino. Presenti anche il legale del Clpt Sponza, l'Assessore ai Trasporti Pizzimenti, il consigliere regionale Giacomelli e l'onorevole Serracchiani in videocollegamento.

Le dichiarazioni dei candidati

Per la politica locale si tratta di un'opportunità richiesta non solo da Trieste, ma una regione intera. Per questo "è necessario andare avanti uniti". Riccardo Laterza, candidato di Adesso Trieste, ha inoltre specificato la necessità di ricorrere al pubblico, e ha evidenziato il problema dello spopolamento e della depressione economica "causata dall'assenza di una base produttiva larga, sostenibile e compatibile con la città". Secondo Laterza la città industriale, in seguito "deindustrializzata per scelte politiche sbagliate sia in ambito locale che nazionale". Per questo, oltre al riconoscimento dell'Allegato VIII, che "è un primo e importante tassello di questa città per invertire rotta", è necessario adottare spazi necessari "per fare giusti investimenti: il Porto Vecchio ha tutte le caratteristiche per insediare industrie ad alta tecnologia". Laterza ha quindi espresso solidarietà nei confronti dei dipendenti dei dirigenti indagati per caporalato, evidenziando un impegno anche in tal senso, "affinchè le associazioni pubbliche vigilino meglio e collaborino tra loro affinchè situazioni del genere non si verifichino più ".

Per la candidata sindaco del M5s Richetti è necessario "recuperare l'orgoglio di sentirsi parte di una macchina del pubblico" e capire che "sostenere e applicare l'allegato VIII, è un beneficio per tutta Italia", impegnandosi "a fare rete per dare una mano ad uno sviluppo che non finisce solo a Trieste, proprio perchè le attività portuali non smettono all'interno del Porto". "Sono in arrivo 300miliardi che cambieranno il mondo della politica e la capacità di cambiamento" ha dichiarato il candidato sindaco del centrosinistra Russo, ricordando che "nessuno pensava che si potesse sdemanializzare il porto vecchio e spostare i porti franchi e renderli così fruibili". "Oggi molti pensano che l'utilizzo del porto sia legato a portare imprese che lavorino e che aprano una nuova stagione manifatturiera. E una buona impresa crea filiere virtuose, relazioni internazionali, attrae talenti, fa ricerca. Questo deve essere il prossimo passaggio per realizzare una città diversa". Il sindaco uscente Dipiazza ha infine evidenziato la necessità di sfruttare tutte le potenzialità del porto e della sua situazione straordinaria, che attraverso il porto franco, potrà portare crescita economica e posti occupazionali".

Il punto

Dal convegno è emerso che alcuni passi in avanti sono stati fatti – da ultimo con la risoluzione approvata dal Senato proprio il 14 settembre, che impegna il governo a comunicare l’exraterritorialità del Porto di Trieste all’Unione Europea - e che anche a livello di governo esiste molta più disponibilità a comprendere e valorizzare la specialità del Porto di Trieste. "Una notizia per cui è ancora presto festeggiare - ha evidenziato Giacomelli - in quanto il Senato rimanderà ad un'iniziativa legislativa della Commissione europea. Siamo riusciti a passare dalla regione alla nazione, ma la Commissione è lontana". Clpt ha espresso soddisfazione "ribadendo che i vantaggi che deriverebbero dall’applicazione dell’Allegato VIII non possono andare a favore solo delle aziende, ma anche e soprattutto dei lavoratori. A partire dal fatto che nel Porto di Trieste non può esserci spazio per situazioni lavorative come quella che vede alcuni dirigenti aziendali indagati per caporalato".

Le richieste di Clpt

Il Clpt ha perciò ribadito le richieste sottoscritte nel 2018 da quasi 600 lavoratori portuali: assunzione diretta da parte dell’ente gestore del porto di tutti i lavoratori del porto, regime fiscale speciale per i salari e stipula di un contratto di 1° livello per il Porto Libero di Trieste. Ma l’applicazione dell’Allegato VIII significherebbe anche l’insediamento di nuove aziende, anche industriali, nelle zone franche portuali e retroportuali, che avrebbero il vantaggio di poter produrre in regime di esenzione doganale e fiscale. Per i troppi disoccupati e precari triestini ciò deve significare nuovi posti di lavoro stabili e adeguatamente remunerati.

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