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Cronaca

A vela da Trieste a Hong Kong, verso Alessandria d'Egitto

Fabrizio Pizzioli e Matthew Hampton Wakelling stanno compiendo un viaggio straordinario dall'Adriatico alla Cina, navigando idealmente sulla via della Seta. "We sail the silk road" è il nome della loro impresa. Nell'articolo il racconto della TERZA settimana

20 marzo - Da Heraklion a Port Said

La tempesta ci è costata sette giorni di sosta a Heraklion. Posto da andarci a vivere Creta, un paradiso terrestre molto Omeriano. Gente fantastica, cittadina semplice e poco presuntuosa dove poter scomparire. Montagne innevate sovrastano un’isola lunga che fa pensare agli Dei e alla Nuova Zelanda. Anche al signore degli anelli: i cretesi sono gli hobbit. Nemesis ha recuperato tutte le sue funzionalità. Il motore non ha subito nessun danno, i sistemi elettronici sono ripristinati completamente e l’origine dei problemi individuata e risolta – una cazzata pazzesca, il cavo negativo delle batterie dietro il pannello degli strumenti era mal connesso. Sostituito il sensore della pompa dell’acqua. All in all, abbiamo messo la barca sottosopra ed abbiamo tutto sotto controllo.
Il viaggio da Trieste a Heraklion è stato un allenamento introduttivo e un test per la barca e per noi: esito positivo e molta più fiducia nella missione. Adesso inizia la vera avventura! Abbiamo anche eliminato l’elemento di disturbo delle nostre collaudate dinamiche di vita e modalità decisionali. Senza Mr. Martin Magoo ci avventuriamo nel cuore del Mar Mediterraneo con molta più serenità e fiducia puntando a Port Said.
Le previsioni dicono poco vento, pazienza. Ci serviranno 4 giorni di navigazione fino all’entrata del canale di Suez. A tutta forza verso sud. Se Dio vuole inizieremo a riscaldarci un po’.

Stasera abbiamo mangiato in coperta un eccellente agnello al limone, tzatziki e riso. Semplice come il sapore del bicchiere di OUZO con cui l’abbiamo accompagnato. La luna è quasi piena e luminosissima, per la sesta volta i delfini vengono a salutarci e giocano con noi. Cala la notte e fra sei ore inizieremo a lasciarci Creta alle spalle ma più che a Suez penso a casa, dove c’è bisogno di me.
Non posso concepire che una ragazza debba andare a lavorare per guadagnarsi il pane e debba ricevere minacce di morte al Giulia da parte di un gruppo di drogati che frequentano il centro!? A me pare assurdo e la cattiveria di chi se la prende con i più deboli mi fa salire il sangue al cervello. Non posso che dedicarmi nell’impotenza della mia lontananza a propositi violenti e vendicativi. Ulisse torna a Itaca e stermina tutti i Proci senza l’ombra di un velo di pietà…

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