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Cronaca

Terapie intensive, la segnalazione degli anestesisti e rianimatori: "I posti sono meno di quelli dichiarati"

Il presidente dell'Aaroi Emac Alberto Peratoner: "Necessario inviare al ministero il computo corretto, in considerazione dei nuovi criteri governativi per il passaggio di zona di rischio"

"I posti letto di Terapia Intensiva attualmente attivi ed operativi in tutto il FVG sono molti di meno di quanti dichiarati in questi giorni dall’amministrazione regionale al Ministero della Salute". Lo dichiara Alberto Peratoner, presidente dell'Associazione anestesisti e rianimatori Aaroi - Emac, dopo aver inviato una lettera all'assessore alla salute Riccardi e al direttore centrale salute Zamaro dieci giorni fa. Gli anestesisti e i rianimatori hanno quindi segnalato "il computo errato del numero di posti letto regionali, chiedendone la correzione nella trasmissione del dato ministeriale anche in considerazione dei nuovi criteri governativi per il passaggio di zona di rischio. Ad oggi nessun riscontro è pervenuto. I posti letto di terapia intensiva come stabilito da normativa vigente e da standard nazionali ed internazionali, oltre che possedere chiari requisiti in termini di tecnologia e attrezzatura, devono prevedere la presenza h24 di specialisti di Anestesia e Rianimazione e infermieri con formazione specifica, in numero e rapporto preciso e prestabilito rispetto al numero di pazienti da assistere e trattare. Nessuna deroga può essere fatta a questi principi se non a discapito della qualità delle cure erogate".

Nella lettera inviata da Aaroi Emac (al quale l'associazione dichiara di non aver ancora ricevuto risposta) si legge che "sta destando grandissima meraviglia ed incredulità in tutti noi rilevare da giorni dal sito aziendale di Agenas, Portale COVID-19 (dati del Dipartimento di Protezione civile del ministero della salute aggiornati giornalmente), che la regione Friuli Venezia Giulia avrebbe a disposizione 175 posti letto di terapia intensiva attivi (con zero posti letto attivabili). Tale numero è assolutamente irreale e non vero perché si riferisce ad un numero di posti letto intensivi totali massimi raggiunti in piena pregressa crisi pandemica, poi in gran parte smantellati a fine terza ondata e di fatto quindi mai più riaperti".

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