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Cronaca

Rifugiati in famiglia per 400 euro al mese: «Soldi europei, non del Comune»

L'assessore alle Politiche Sociali Laura Famulari chiarisce alcuni aspetti del progetto "L'ospitalità è di casa" che prevede il rimborso spese forfettario da parte del Comune di Trieste alle famiglie che decideranno di accogliere uno o due richiedenti asilo o rifugiati in casa propria

«"L'ospitalità è di casa" è progetto sperimentale di solidarietà volontariato e non attività lucrativa o economica o professionale, di accoglienza di titolari di protezione che non si sovrappone all'accoglienza diffusa, ma vuole essere uno strumento di integrazione di chi è alla conclusione del proprio percorso di autonomia». Dopo il putiferio politico innescato dal progetto proposto dal Comune - progetto che questa mattina verrà presentato in una conferenza stampa -, l'assessore alle Politiche Sociali Laura Famulari chiarisce alcuni aspetti della vicenda, intanto sul suo profilo Facebook.

«È previsto un rimborso spese forfettario di 400 euro per vitto e e alloggio esentasse per massimo 6 mesi e per massimo due persone. La selezione delle famiglie e dei titolari di protezione - spiega Famulari - verrà effettuata da un'apposita commissione. Inoltre è previsto l'accompagnamento di un operatore dell'ente gestore per 4 ore alla settimana».

Famulari Sito«Il progetto è volto a risparmiare parte dei 35 euro al giorno stanziati dalla Comunità Europea (è doveroso specificare che non sono soldi delle casse comunali) - conclude l'assessore -. Il pocket money, tessera autobus e accompagnamenti, mediazione culturale, etc sono comunque a carico enti gestori. Infine, il progetto può essere interrotto in qualsiasi momento».

Il progetto è realizzato in collaborazione tra Comune, Prefettura di Trieste, ICS e Caritas diocesana.

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