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La storia

"Mi ha copiato", una triestina accusa di plagio l'autrice di un libro

Nel mirino il nome, i "poteri" e la storia del protagonista. Roberta Cibeu, designer triestina e creatrice di Mostri113, ricorrerà a vie legali: "Le idee e il proprio valore vanno protetti"

Stesso nome, stessi "poteri", stessa storia. Sono molte le similitudini riscontrate da Roberta Cibeu, designer triestina e creatrice di Mostri113, tra uno dei suoi mostri e il personaggio di un libro per bambini pubblicato da una casa editrice e uscito in aprile.

La storia

"Tutto è iniziato quando, in un gruppo Facebook, mi hanno taggata sotto il post che pubblicizzava l'uscita del libro – racconta Roberta -. Quando ho letto il titolo e il riassunto non ho potuto fare a meno di constatare alcune similitudini molto estreme con uno dei miei prodotti di punta".
Incuriosita, la designer triestina decide quindi di acquistarlo per capire quanto l'autrice si fosse spinta nel riprendere le sue idee: "All'interno ho trovato diversi testi ripresi dal mio sito. Ovviamente parafrasati, ma le idee di base sono le mie. L'unica cosa in cui differisce il protagonista, è l'aspetto. Ha però lo stesso nome - un nome di pura fantasia da me inventato - e la stessa funzione. Anche la storia che c'è dietro al progetto Mostri113, il motivo per cui è nato, è stato copiato".
Tra le due c'è stato anche uno scambio di messaggi che, però, non ha dato un buon esito: "E' caduta dalle nuvole dicendomi che non era a conoscenza nè del mio progetto nè del personaggio in questione. Inizialmente sembrava volesse ritirare tutto, ma dopo qualche ora ha cercato di minacciarmi per diffamazione".

Il valore delle idee

Roberta, che da anni grazie ai suoi splendidi pupazzi aiuta i più piccoli a superare le proprie paure collaborando con diversi psicologi e educatori, non vuole difendere solo un'idea ma anche il valore che c'è dietro il suo progetto. "E' nato perchè ho voluto aiutare mio figlio a superare un lutto. Una storia personale che mi ha ispirata a creare un prodotto che potesse essere utile anche agli altri bambini. Dietro ai miei "mostri”, ci sono anni di studi e ricerche e, in virtù di questo, oltre all’evidente mancanza di rispetto del lavoro degli altri, non desidero che venga associato ad altri prodotti".

Purtroppo questa non è la prima volta che le idee dell’imprenditrice vengono emulate. In alcuni casi, fortunatamente, è bastato parlare, in altri, come in questo, si dice pronta a ricorrere a vie legali. "Credo che chiunque crei una cosa nuova debba fare una ricerca in rete. Cercando quel nome (del pupazzo ndr), che è anche il titolo del libro, mi avrebbe trovata immediatamente perchè sono il primo risultato che compare. Le idee e il proprio valore vanno protetti e spero che questa mia storia possa aiutare anche altre persone affinchè, in situazioni simili, reagiscano in difesa del proprio lavoro".

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