rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Dopo il crollo

Comitato Acquamarina sul piede di guerra: "Dopo tre anni e mezzo nessuna soluzione"

Il comitato e le associazioni hanno lamentato l'assenza in città di una struttura adatta a cure riabilitative per disabilità e malattie croniche, oltre al mancato accoglimento della proposta relativa al mercato ortofrutticolo che sarà, a quanto trapelato, "destinata a un albergo e una spa di lusso"

Dopo tre anni e mezzo dal crollo del tetto della piscina terapeutica, il Comitato Acquamarina torna in piazza, davanti alla struttura ancora in disuso, per chiedere risposte alle necessità di cure riabilitative per disabili, persone affette da patologie croniche e cittadini in generale. E' stata così indetta una conferenza stampa, alla quale hanno partecipato numerosi rappresentanti dell'opposizione in Comune e in Regione (nessuno della maggioranza), famiglie di cittadini affetti da disabilità ed ex utenti della struttura, e diverse associazioni attive in questo ambito, tra cui Aias e Aism. "Non si muore solo con il crollo di un tetto - è stato dichiarato in conferenza stampa -, si può morire anche lentamente nell'assenza di cure, e nell'assenza delle stesse si perdono capacità residue".

Il tetto della piscina, ricordiamo, è crollato nel 2019 e il dissequestro da parte delle autorità dopo le indagini è avvenuto nel 2021. Il processo per definire eventuali responsabilità nell'accaduto è ancora in corso. "Dai radar della politica l'argomento è completamente scomparso - ha dichiarato la presidente del Comitato Acquamarina Federica Verin - sono passati tre anni e mezzo e non c'è nessuna soluzione in vista. Anche con un project ne passeranno altri tre e prima di sette - otto anni non avremo nulla. Intanto le persone non si curano e stanno male, non possono neanche venire qua a far sentire la propria voce".

E' stato più volte rimarcato, nell'incontro, non solo il ruolo sanitario e terapeutico della struttura, utile alla cura delle patologie croniche e al mantenimento delle capacità residue delle persone disabili, ma anche la valenza sociale in quanto luogo di ritrovo per queste famiglie, e un'occasione per condividere i problemi.

E' stato in particolare criticato il mancato accoglimento della proposta avanzata dal comitato: "Abbiamo qui a 50 metri il mercato ortofrutticolo - ha spiegato Verin -, destinato ad attività evidentemente più remunerative, un hotel di lusso con una Spa. Non vogliamo fare guerra a nessuno ma ricordiamo che se l'area dell'Acquamarina è del demanio marittimo e i project non possono passare, allora perché non spostarsi nel mercato (almeno una parte) che è in area comunale, e si può intervenire subito. Inoltre gli utenti sarebbero rimasti in zona e non costretti a fare chilometri per curarsi. Ora in città - ha concluso - non c'è niente per queste persone".

Sono intervenuti esponenti delle forze di opposizione, alcuni candidati alle Regionali. Tra questi Giulia Massolino (Adesso Trieste - Patto per l'Autonomia), Andrea Ussai (Movimento 5 Stelle), Laura Famulari (Pd), Alberto Pasino (Punto Franco). "Con Adesso Trieste - ha spiegato Massolino - abbiamo collaborato con le associazioni e presentato un emendamento per aggiungere due milioni di euro ai dieci (cinque pubblici e cinque da privati) previsti nel bilancio per l'Acquamarina. L'emendamento non è stato accolto".

Testimonianza simile anche da parte del pentastellato Ussai: "con tutta l'opposizione abbiamo presentato in Consiglio Regionale degli emendamenti per favorire la ricostruzione con una posta importante" ma "la maggioranza li ha bocciati tutti, se non alla fine stanziare briciole, perché la priorità è spostare gli uffici  della Regione in Porto Vecchio o sostenere progetti come l'Ovovia, che vede la contrarietà della popolazione".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Comitato Acquamarina sul piede di guerra: "Dopo tre anni e mezzo nessuna soluzione"

TriestePrima è in caricamento