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Mercoledì, 29 Novembre 2023
Trieste sotterranea / Cologna - San Giovanni / Piazzale Vincenzo Gioberti

L'acquedotto Teresiano regala un'altra meraviglia, unite le gallerie di San Giovanni

La nuova e grande impresa del team della Società Adriatica di Speleologia che, dopo tre anni di lavoro, è riuscito a liberare una galleria ostruita nel 2000 e a restituire alla città l'opera voluta dall'imperatrice Maria Teresa

TRIESTE - Dopo aver scoperto assieme a speleologi francesi l'enorme nuova caverna all'interno dell'abisso di Trebiciano, la Società Adriatica di Speleologia firma un altro storico traguardo. Dopo oltre tre anni di lavoro, sono infatti riusciti a disostruire il passaggio sotterraneo a San Giovanni, a prosciugare una galleria allagata e a rendere percorribile un tratto dell'acquedotto Teresiano che sembrava ormai destinato all'oblio. Per capire l'importanza di questa grande impresa, bisogna però fare un salto nel passato.

Le prime mappature

Le documentazioni che testimoniano la presenza dell’acquedotto Teresiano in quella zona, risalgono agli anni Ottanta, grazie al lavoro di mappatura ad opera della stessa Sas. In quegli anni, dopo alcune ricerche, viene anche rinvenuto un tombino dietro la chiesa, da cui è tutt'ora possibile raggiungere la galleria sotterranea lunga 300 metri, costruita alla fine del XIX secolo, sotto l’attuale piazzale Gioberti. 

I lavori del XXI secolo

Nel 2000, a causa di alcuni lavori realizzati in viale Raffaele Sanzio, la galleria viene ostruita e resa inaccessibile. Trovare una soluzione tecnicamente realizzabile per eliminare il blocco sembra impossibile fino a quando, nel 2018, sotto via delle Linfe viene trovato un tratto dell’antico acquedotto che fino ad allora si pensava fosse andato distrutto. Al suo interno spunta finalmente il “tappo”, l’occlusione che aveva determinato l'allagamento e decretato “la fine del Teresiano”. Dopo oltre tre anni di lavoro, il team della Sas (Marco Restaino, Silvio Masè, Alberto Sisto, André D'Aquino, Roberta Vidonis, Paola Rovis, Serena Vignaduzzo e Stefano Colaprico) riesce finalmente a liberare il condotto sotterraneo e a far defluire l’acqua che aveva allagato il tratto a monte, facendo ricongiungere i due tratti dell’opera idrica voluta da Maria Teresa. In totale, i metri percorribili diventano ben 600. 

Monumento sotterraneo

La soddisfazione di aver restituito alla città un pezzo della sua storia è tanta, ma il lavoro degli speleologi non è finito. “Non appena avremo ultimato i lavori di rifinitura, andremo oltre - spiega Marco Restaino -. Dal progetto originale dell’800 sappiamo che ci sono altri 600 metri di galleria per un totale di 1200 metri, che verranno aperti entro circa un anno”. Intanto i progetti e le idee sono molti e riguardo i tratti ad oggi percorribili: “Ci piacerebbe accompagnare turisti e scolaresche per raccontare loro la storia di Trieste attraverso la ricerca dell’acqua. In fondo, - conclude Restaino - l’acquedotto Teresiano non è altro che un monumento sotterraneo”. 

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