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Tribunale di Trieste

Fughe, danni e furti: cresce la 'piaga' degli affitti non pagati

Secondo gli avvocati di Trieste interpellati, aumentano i casi che finiscono in tribunale riguarda soprattutto le locazioni commerciali dopo le restrizioni Covid. Per i contratti abitativi "il peggio deve ancora arrivare perché i costi aumenteranno ancora". In alcuni casi l'inquilino sfrattato si 'vendica' rubando e danneggiando l'appartamento

La piaga dell’inquilino che non paga: sempre più una fonte di reddito che diventa un incubo, per il proprietario della casa in affitto e per l’inquilino che non paga. Un problema, quello degli inquilini morosi o insolventi, aggravato dalla pandemia, specialmente nel caso delle attività commerciali, come confermano diversi avvocati di Trieste esperti in diritto di locazione. Casi che finiscono con furti, atti vandalici, ritorsioni sull’appartamento stesso e si concludono in tribunale, nel migliore dei casi con un accomodamento, altre volte con l’imputato moroso assente e non reperibile come il risarcimento, che il proprietario non vedrà mai.

Un caso tipico: l'appartamento svuotato

È quello che si è verificato in un caso particolare, simile a molti altri, nella zona di viale Campi Elisi, in cui una coppia di trentenni di nazionalità rumena non solo ha smesso di pagare l’affitto di casa e fatto perdere le tracce, ma ha portato via dall’appartamento quasi tutto il contenuto: dal letto matrimoniale agli orologi da parete al divano letto, senza dimenticare le stoviglie. Lo scorso 30 marzo il giudice Camillo Poillucci ha condannato gli imputati a un anno e quattro mesi di reclusione, con una multa di 750 euro, ma gli imputati sono spariti nel nulla e il processo è avvenuto in loro assenza. I loro difensori, Matteo Di Bari e Andrea Di Roma, hanno presentato ricorso in appello in quanto i condannati non hanno mai presenziato al processo e “non si conosce la loro versione dei fatti”. Intanto il proprietario dell’appartamento è deceduto dopo aver sporto querela e con ogni probabilità la moglie, rimasta vedova, non rivedrà più né i mesi d’affitto persi né l’arredamento di casa.

"Il peggio deve ancora arrivare"

Le associazioni di consumatori confermano che il trend è in aumento, in particolare l’avvocato Augusto Truzzi dell’associazione Konsumer, conferma che il fenomeno è “in leggera crescita, ma questi casi si sono sempre verificati in grande quantità”. A quanto dichiarato da diversi legali interpellati da Trieste Prima, il fenomeno sarebbe in forte rialzo per quanto riguarda le attività commerciali. Lo conferma l’avvocato Antonino Guaiana, esperto in locazioni: “Il covid ha influito su questo tipo di locazioni, che hanno risentito di misure restrittive. In questi casi si cerca di raggiungere un accordo, o modificando i contratti o scontando dei mesi di lockdown o diminuendo il canone per un periodo”. Per quanto riguarda i contratti abitativi, secondo Guiana “il peggio deve ancora arrivare, lo vedremo con gli aumenti delle bollette, temo che la situazione esploderà in settembre – ottobre. Purtroppo sono casi già molto diffusi: l’inquilino se ne va e arriva l’ufficiale giudiziario ma dentro non c’è nessuno, se ne sono già andati e hanno distrutto tutto, addirittura mattonelle spezzate e danni ingenti, in una forma di vendetta verso il proprietario”.

L'importanza della cauzione

“L’unico modo che il proprietario ha per difendersi - conclude Guiana - è la cauzione, che deve essere restituita in fase di rilascio, ma a volte capita che il danno sia superiore alla cauzione, o qualcuno non la richiede nemmeno, confidando ingenuamente che andrà tutto bene. Il problema è che, se il debitore non è solvibile ed è nullatenente è intoccabile, in Italia la detenzione per debiti è stata abolita, diventa una questione civile a meno che non si tratti di bancarotta fraudolenta ma questo è un altro capitolo”.

Blocco degli sfratti e termine di grazia

Non è ormai più attivo il blocco degli sfratti legato all’emergenza Covid, con relativo fondo di solidarietà per sostenere i proprietari che non possono rientrare ion possesso dell’immobile, tuttavia l’inquilino moroso può chiedere al giudice il cosiddetto 'termine di grazia', che gli consente di avere 90 giorni in più per saldare il debito accumulato, evitando quindi lo sfratto. Tempi che il più delle volte si prolungano a causa dell’iter per rendere il provvedimento esecutivo. Per questo i legali consigliano di chiedere sempre la cauzione, puntando sulla prevenzione e non su una ‘cura’ lunga, difficile e spesso inutile.

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