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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Altopiano Carsico / località Repen

La violenza del branco, il sangue ed il racconto choc: le testimonianze dei presenti

Dopo la violenta aggressione avvenuta ai danni di tre quarantenni emergono maggiori dettagli sul gravissimo episodio di Repen. "I ragazzi hanno iniziato a menarsi tra di loro, Antonio ha solo tentato di separarli ed è stato pestato a sangue"

Dietro alla violenta aggressione avvenuta ieri 16 febbraio nella piazza di Repen ci sono numerosi elementi che, al netto delle testimonianze pervenute e dei post pubblicati sui social, necessitano di una ricostruzione ben più approfondita. Le chiazze di sangue visibili sui muretti raccontano di una ferocia inaudita messa in atto da un nutrito gruppo di giovani ai danni di tre persone sulla quarantina. Fino alle 18 tutte le persone coinvolte sono sedute ai tavoli dell'osmiza Tavčar e poi, con la sua regolare chiusura, si spostano verso la piazza. “Ho smesso di servire da bere alle 17:30 – racconta Renzo Tavčar, titolare dell’osmiza –, a quell’ora la 'temperatura' iniziava a salire. Nessuna delle persone presenti sono originarie del paese, tutti da fuori”. 

Dall'osmiza verso la piazza: gli spostamenti del gruppo

Quando l’osmiza chiude, i gruppetti si portano nella via antistante la piazza. Qui la situazione è ancora calma, almeno fino alle 18:20 circa. La cronologia degli eventi è infatti testimoniata, prima delle telefonate pervenute al 112 (sicuramente ce n’è una alle 18:56, mentre un’altra sarebbe partita qualche minuto prima ndr), da uno scontrino che un testimone oculare ha conservato nel suo portafogli: “Prima che la situazione degenerasse – racconta – sono entrato all’iN's (il piccolo supermercato di paese ndr) e ho comprato una scatola di crostoli pagata alle 18:16”. 

Sangue aggressione Repen-2

Prima i crostoli, poi la temperatura inizia a salire

La persona (di origini triestine ndr) torna quindi nei pressi dove sosta il gruppetto di giovani. “Ho offerto crostoli a tutti (la testimonianza è più che attendibile, viste le tracce ancora visibili questa mattina ndr) e l’atmosfera era tranquilla, insomma, la classica situazione che si viene a creare fuori da un’osmiza con gente un po’ su di giri ma tutto sommato allegra”. I toni sono ancora scherzosi, di festa. “Chiacchierando, uno di questi ragazzi ha detto di essere di Opicina e allora gli ho chiesto se parlasse sloveno” così la testimonianza. “Mi ha risposto di no, che lui xe italian”. 

L'atmosfera si scalda: il parapiglia e la violenza esplode

Dopo i crostoli e le chiacchiere, la situazione precipita. “Il gruppo di circa una quindicina di ragazzi quasi tutti mascherati (ieri ricorreva l’ultimo giorno di Carnevale ndr) iniziano a pestarsi tra di loro, per quale motivo sinceramente non lo so” va avanti così il racconto di uno dei testimoni. “In quel momento Antonio è andato lì per calmare la situazione e per farli desistere ma il branco si è scagliato contro di lui”. È in questo istante che, secondo quanto raccolto dall'autore dell'articolo, si consuma la prima aggressione nei confronti del noto esponente della comunità Lgbt regionale. “L’hanno buttato a terra e hanno iniziato a colpirlo con calci e pugni – così continua la testimonianza – e quando siamo intervenuti in sua difesa hanno iniziato a colpire anche noi”. "Ricordo che eravamo in osmizza - ha raccontato Antonio ancora sotto choc a TriestePrima in questa intervista - e dei ragazzi ubriachi e molesti che non conoscevo hanno iniziato a provocarmi. Ho lasciato correre fino a quando il locale non ha chiuso e siamo andati a fare un giro per il paese. In piazza si sono avvicinati a me e ai miei amici e nel giro di pochi minuti ci hanno picchiato furiosamente, senza darci il tempo di realizzare e reagire. È stata un'aggressione di una brutalità incredibile.“ 

Aggressione sangue repen-2

"Mi prendevano in giro per i vestiti, poi i calci in testa": la testimonianza di Parisi

Il sangue ed il pestaggio che non si placa

Il sanguinoso “parapiglia” è evidente proprio dalle tracce di sangue che testimoniano la progressione sia cronologica che geografica degli eventi. Dalla zona immediatamente antistante la piazza, il branco e la violenza si spostano verso il muretto che si erge dietro alla struttura gestita da Poste Italiane, per proseguire poi in direzione della zona davanti al supermercato: i pestaggi sono plurimi e avvengono a distanza di qualche minuto gli uni dagli altri. “Ad un certo punto – conclude la testimonianza – sono salito in macchina e, dopo aver fatto il giro della piazza, ho puntato gli abbaglianti contro il gruppo e ho iniziato a suonare ripetutamente il clacson per farli smettere. Sono anche sceso dall’auto ma a quel punto mi sono venuti incontro con fare più che minaccioso: ho “girato i tacchi”, sono salito in macchina e me ne sono andato”.

L'arrivo dei carabinieri e il 118: la corsa a Cattinara

I carabinieri, secondo testimonianze raccolte da TriestePrima sul luogo dell’episodio, sono presenti in piazza “alle 19:30 circa” (forse anche prima ndr). Gli aggressori si sono già dileguati, mentre i tre feriti sono ancora lì. Sul posto arriva anche il personale del 118 che li carica a bordo dell’ambulanza e li trasporta al Pronto Soccorso di Cattinara. Uno di loro viene dimesso, dopo aver passato la notte in ospedale, solamente l’indomani (vale a dire nella mattinata di oggi 17 febbraio ndr). “È successo qua (indica), davanti i cassonetti e il gruppo era lo stesso presente in osmiza, una tavolata lunga di 15 persone circa, almeno sette per lato”. Una volta fuori, i tre quarantenni vedono Antonio “che stava venendo menato e siamo intervenuti ma hanno iniziato a menare anche noi. Io quelle persone non le conosco". Uno degli aggrediti ha dichiarato a TriestePrima che si recherà a sporgere denuncia dai carabinieri anche se non ricorda elementi utili al rintraccio del branco. 

carabinieri Repen aggressione-2

La rabbia, le ferite e lo sgomento: cosa resta l'indomani 

Questa mattina rimane la rabbia, il sangue del giorno dopo e lo stupore di un’intera comunità per un fatto di cronaca tanto violento quanto inaspettato. La sindaca di Monrupino/Repen Tanja Kosmina ha condannato l’episodio e ha lanciato un appello a chiunque avesse visto qualcosa di recarsi dai carabinieri di Opicina a denunciare l’aggressione. Aggressione sulla quale indagano i carabinieri che, stante la telecamera di sorveglianza posizionata sopra lo sportello postamat, potrebbe richiedere la registrazione in possesso della Service Control Room di Poste Italiane che “assicura il presidio 24 ore su 24 e sette giorni su sette per i servizi”. Immagini che potrebbero agevolare il lavoro degli investigatori e chiarire, una volta per tutte, se si è trattato anche di un'aggressione omofoba ai danni di Antonio Parisi oppure se il grave episodio risponde ad una inammissibile ed ubriaca logica del branco. Spetterà alle forze dell'ordine far luce sulla responsabilità. 

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