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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Agricoltura sociale, sinergia e cooperazione per lo sviluppo del territorio

Nuova normative e nuovi obiettivi a sostegno dell'agricoltura sociale, Sharuli: «Produzione di un valore che non sia solo economico ma che rinsaldi l'interazione tra ambiti sia di promozione turistica e tutela paesaggistica»

Cooperazione e inclusione sociale nel settore primario: questo il tema del convegno “Lo sviluppo dell'Agricoltura Sociale nella Regione FVG: risorse, vincoli, responsabilità”, a cui hanno preso parte il viceministro Mipaaf Andrea Olivero e l'assessore regionale alle Politiche Agricole Cristiano Shaurli.

Obiettivo dell'evento l'analisi delle opportunità offerte agli operatori alla luce della legge 141/2015. Una normativa che, secondo il viceministro Olivero, «non mira a costruire bensì a riconoscere forme sociali, accompagnando le iniziative dei cittadini lungo un percorso di coniugazione di due mondi - il sociale e il comparto primario - nell'ottica di una relazione virtuosa di utilità pubblica».

«Assicurare continuità alle comunità agricole attraverso appositi strumenti legislativi - ha spiegato Olivero - ha dunque funzione solidale e non assistenziale, nella direzione di una maggior sostenibilità ambientale, economica e sociale: la competitività delle nostre aziende non può infatti prescindere dalla loro capacità di relazionarsi con il territorio circostante, e i progetti di integrazione assumono in tale prospettiva un ruolo primario». «I progetti comuni avviati dalle imprese agricole con il mondo della cooperazione, favoriti dal nuovo impianto normativo, favoriscono così l'inclusione attraverso la messa in campo delle reciproche competenze e la creazione di nuove forme di welfare, destinate tanto ai disabili quanto ai bambini e agli anziani.

Un'analisi, quella del viceministro, condivisa e in larga parte ripresa anche dall'assessore Shaurli. «Il Friuli Venezia Giulia ha una morfologia che non consente interventi di agricoltura massificante, ma che suggerisce invece di puntare sulla valorizzazione delle nostre eccellenze, rappresentate da filiere corte e prodotti fortemente identificabili con il territorio».

«L'agricoltura sociale ha dunque lo scopo di rispondere alla produzione di un valore che non sia solo economico, rinsaldando l'interazione tra ambiti contermini in chiave sia di promozione turistica e tutela paesaggistica che di tenuta della comunità e presidio territoriale». «Ecco perché, a dispetto di un peso del comparto pari ad appena il 2% sul Pil, il recepimento della legge nazionale a livello regionale diventa veicolo di rilancio del settore primario in senso etico: un'opportunità - ha concluso Shaurli - che vale l'investimento, alla quale guardiamo con assoluto favore».

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