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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Amianto nella caserma della Gdf di Campo Marzio: condannati tre Ministeri

La Corte d'Appello condanna i ministeri dell'Interno, della Difesa e dell'Economia al pagamento del risarcimento all'appuntato scelto Marco Sedda, che ha sviluppato problemi di salute in seguito all'esposizione

E' stato riconosciuto vittima del dovere per esposizione ad amianto l'appuntato scelto Marco Sedda, per anni nell’esercito e ora ancora in forze nella Guardia di Finanza. E' stata infatti ribaltata in Corte d'Appello la sentenza di primo grado del Tribunale di Trieste che non riteneva ci fossero prove concrete della presenza di amianto sul posto di lavoro. La relazione dell'ingegner Marino Valle ha invece rilevato che il pericoloso materiale era presente nella caserma "Campo Marzio" della Gdf, dove sedd aveva lavorato fino al 2008, e non sarebbero state a norma nemmeno le bonifiche effettuate nel 2002.

Il militare 59enne ha, infatti, contratto ispessimenti pleurici, placche pleuriche e una sindrome delle apnee ostruttive di lieve entità. Sono stati condannati al pagamento dell'elargizione i ministeri dell’Interno, della Difesa e dell’Economia. Sedda potrà anche ottenere il prepensionamento e le maggiorazioni sull'importo dei ratei pensionistici. Per l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che ha assistito il militare, l’amianto era presente nei motori e nelle coibentazioni degli elicotteri dell’Esercito e della Guardia di Finanza e Sedda è stato esposto alla fibra killer tra il 1984 e il 1990 mentre era in servizio presso lo Squadrone autonomo misto di Alghero. L'esposizione ci sarebbe stata anche dal 2002 ad oggi, “per contaminazione dell’ambiente lavorativo - viene sottolineato in sentenza -, essendo tale materiale utilizzato in tutte le coibentazioni e nei diversi locali, nonché nella componentistica degli autoveicoli militari, mezzi corazzati, elicotteri, e ciò sia nell’esercito che nella GdF”.

L’avvocato Bonanni, oltre ad avviare la richiesta di risarcimento con il ricorso al TAR, sta anche valutando un ricorso per cassazione, perché le nuove leggi tengono conto anche della sofferenza morale. “Un modo per restituire un po’ di giustizia ad un uomo che ha lavorato per anni per lo Stato, per la comunità, e che proprio sul posto di lavoro ha contratto una patologia che negli anni purtroppo potrebbe aggravarsi o trasformarsi” – commenta l’avvocato Bonanni, che denuncia – “l’amianto è stato, ed è ancora, presente in tante caserme italiane perché veniva utilizzato per gli scopi più disparati". Il Friuli Venezia Giulia, purtroppo, è particolarmente colpito da questa "piaga".

L'Osservatorio spiega che il VII rapporto ReNaM registra 1346 casi di mesotelioma tra il 1993 e il 2018, più 133 casi analizzati dall’Inail tra il 2019 e il 2021 (53 nella sola provincia di Trieste). Risulta poi che i casi di tumore del polmone da amianto sono stati oltre 3000, con un impatto di circa 2700 decessi. Per le altre patologie, purtroppo bisogna aggiungere 900 decessi e si raggiumgono in totalein totale a circa 5mila morti per malattie asbesto correlate, oltre a più di 10mila vittime con patologie invalidanti. Si può richiedere assistenza tramite lo sportello online dell'Ona https://onanotiziarioamianto.it/sportello-amianto-ona-nei-territori o il numero verde gratuito 800 034 294.

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