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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Anniversario Terremoto '76, Serracchiani: «Ricordare e fare della prevenzione obiettivo di tutti»

La presidente della Regione, Debora Serracchiani, intervenuta a Venzone, alla prima delle tre giornate di studio dedicate al ricordo del sisma del '76

«Ricordare, tramandare le buone prassi ma soprattutto fare prevenzione». È uno dei concetti espressi dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, intervenuta nel
municipio di Venzone al convegno "Coping, resilienza e innovazione ovvero come la conoscenza possa aiutare a superare, con gradualità, i traumi e le difficoltà della vita", la prima delle tre giornate di studio dedicate al ricordo del sisma del '76, organizzate dall'Auser (Associazione per l'autogestione dei servizi e la solidarietà) dell'Alto Friuli.

«Ricordare è importantissimo così come tramandare le buone prassi ma è fondamentale investire molto nella prevenzione» ha indicato Serracchiani sottolineando come uno degli elementi fondamentali
del modello Friuli «è la capacità di mettere insieme emergenza e prevenzione; un modello che è proseguito anche dopo il sisma con significativi investimenti sulla prevenzione». Un obiettivo quest'ultimo che, secondo la presidente, deve essere di tutti.

Serracchiani ha illustrato il senso degli eventi realizzati dalla Regione per le celebrazioni del terremoto del Friuli: «abbiamo voluto dare un significato nuovo e diverso alla commemorazione; un'occasione per trovare quel senso di comunità che è stata la forza di quel modello Friuli che ha permesso a tutti di svolgere al meglio il proprio ruolo».

Ma il terremoto non è solo distruzione materiale è anche trauma psicologico: «alle persone dell'Umbria e dell'Alto Lazio è capitato, in modo simile, quello che è successo a noi nel '76: una prima scossa che ha distrutto borghi bellissimi e una seconda scossa che ha fiaccato gli animi di quella popolazione lasciando nelle persone l'impressione che il dramma non abbia mai fine».

«Credo che il modello Friuli - ha aggiunto - sia stata la capacità culturale di accettare le sfide, di ritrovare il senso di comunità e di ricostruire lasciando qualcosa di migliore di quello che si era trovato. Questo è un modello che dobbiamo esportare, non solo in Italia».

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