rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
L'allarme delle associazioni / Barriera Vecchia - Città Vecchia / Via San Francesco D'Assisi, 4

Migranti, associazioni in pressing per il dormitorio in via Gioia: "Il morto per strada avrà dei responsabili"

"Arrivano 100 persone al giorno, oltre 300 attendono una sistemazione", è stato detto nella conferenza stampa indetta dai firmatari della lettera al sindaco sul tema, che chiedono la risistemazione del dormitorio di via Gioia, proposta inizialmente dal sindaco e successivamente bloccata

Sempre più migranti in attesa di una sistemazione, accampati davanti alla stazione, con l’inverno alle porte e temperature sempre più rigide, e il gruppo dei cittadini che lo scorso ottobre avevano firmato una lettera aperta al sindaco sul tema chiede a gran voce la disponibilità del nuovo dormitorio in via Flavio Gioia. In una conferenza stampa indetta questa mattina, alcuni rappresentanti del gruppo hanno parlato di numeri importanti, come “un centinaio di arrivi al giorno” e “oltre 300 persone in attesa di un posto dove stare”. L’opzione di via Gioia, avanzata dallo stesso sindaco, è attualmente sospesa, insieme alla relativa delibera, “in attesa di un confronto col Governo centrale”, come specificato dall’assessore Carlo Grilli.

Presenti alla conferenza stampa, nella sede Acli in via San Francesco, il presidente di Acli Trieste Manuel Zerjul, il segretario provinciale della Cgil Michele Piga, lo psichiatra Peppe Dall’Acqua,  la psichiatra Maria Grazia Cogliati Dezza, il presidente di Ics Gianfranco Schiavone e altri esponenti delle associazioni locali tra cui Linea d’Ombra. Presenti anche alcuni esponenti dell’opposizione in Consiglio Comunale tra cui il capogruppo del Pd Giovanni Barbo e Kevin Nicolini di Adesso Trieste.

“Ogni giorno arrivano qui circa 100 persone – ha dichiarato Peppe Dall’Acqua -, metà vogliono andare in altri paesi a raggiungere amici e parenti e si fermano per qualche giorno o qualche ora, l’altra metà resta qui. Da luglio in poi questo turnover è rallentato, le persone stazionano di più per chiedere asilo. Tra l’ostello di Prosecco e Casa Malala a Fernetti si può dare ospitalità a 300 persone, ma se ne arrivano 100 al giorno e non c’è turnover diventa un problema”. 

Dell’Acqua ha quindi chiamato in causa Prefetto e Sindaco: “il Prefetto ha detto che non c’è posto, ma lui è collegato al Ministro dell’Interno e deve organizzarsi in tal senso. La Prefettura avrebbe l’obbligo, il Comune no, ma dovrebbe comunque spingere a collaborare per creare ospitalità. All’Inizio il sindaco ha dimostrato buona volontà e ricevuto i firmatari della lettera, trovando lo spazio in via Gioia, ma è timido rispetto alla sua maggioranza, che per ostilità ideologica ha bloccato la delibera”. 

Michele Piga ha poi elencato alcuni numeri legati al fenomeno migratorio: “esiste una nota del 22 novembre inviata a Prefetto, Questura e Sindaco, che parlava di 340 persone senza ricovero, di cui 162 da più di un mese. Fa freddo per tutti e queste persone vivono all’addiaccio”, e ha poi sollecitato il governo ad avviare: “politiche di distribuzione a livello nazionale perché Trieste da sola può ospitare un numero limitato di persone”. L’esponente di Cgil ha poi spiegato che la questione solleva “problemi di diritto internazionale, di sanità pubblica e di decoro”, a cui “Il sindaco deve dare risposta”.

Il problema di salute pubblica sembra trovare conferma nelle parole del medico Duccio Peratoner: “Queste persone vengono da noi negli ambulatori, nelle comunità e nel centro diurno di via Udine. Sono giovani ma praticamente tutti hanno febbre, molti hanno polmoniti e infestazioni come la scabbia. Il sindaco è responsabile della salute della città, gli chiederei di convocare un tavolo urgente con le istituzioni responsabili e le associazioni”.

Maria Grazia Cogliati Dezza ha poi ribadito la richiesta relativa al dormitorio in via Gioia, che “è vicino alla stazione ci sono già docce e bagni, lo stesso sindaco ha detto che si poteva rimettere a posto in pochi giorni e poteva accogliere fino a 100 persone”. La delibera sul tema, ha specificato Cogliati Dezza, “non è mai arrivata in giunta dopo l’exploit di Claudio Giacomelli, che ha creato diverse prese di posizione. Non possiamo aspettare il ghiaccio e la neve. Il morto per strada avrà delle responsabilità e le denunceremo con chiarezza”. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Migranti, associazioni in pressing per il dormitorio in via Gioia: "Il morto per strada avrà dei responsabili"

TriestePrima è in caricamento